La "cresta" sui lavori al porto di Riposto, indagato anche un funzionario regionale palermitano
Si tratta di Francesco D'Amore, del dipartimento delle infrastrutture, Servizio Infrastrutture marittime e portuali. Nell'inchiesta coinvolti anche un ingegnere messinese e quattro imprenditori. Secondo l'accusa le opere sarebbero state realizzate in maniera difforme rispetto al progetto per risparmiare sui materiali
Avrebbero speso la metà del budget stanziato per costruire delle strutture a protezione del primo bacino del porto turistico di Riposto, risparmiando sui materiali e sulle tecniche e riducendo gli standard di sicurezza del progetto iniziale. C’è anche un funzionario regionale palermitano nell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza etnea che ha eseguito un’ordinanza disposta dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Catania nei confronti di 6 persone, sottoposte ad indagine per frode nelle pubbliche forniture.
Si tratta di Francesco D’Amore, funzionario direttivo del Servizio 8. I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Palermo, Catania, Agrigento e Messina e riguardano un'indagine su lavori pubblici eseguiti nel periodo tra ottobre e novembre del 2019 per la protezione dello specchio d’acqua del primo bacino del porto di Riposto. Secondo l'accusa, sarebbero stati realizzati in modo difforme da quanto previsto nel progetto con una conseguente diminuzione della sicurezza delle opere costruite e un indebito profitto per l'impresa, che avrebbe risparmiato circa la metà della somma stanziata.
Le contestazioni sui lavori
"Le attività di indagine - si legge in una nota - avrebbero fatto emergere: la mancata pesatura dei massi da collocare nel fondale, il mancato utilizzo di idonei mezzi meccanici terrestri e navali idonei alla selezione ed al corretto posizionamento dei massi medesimi, il posizionamento di alcune boe di segnalazione difformi rispetto alle caratteristiche qualitative dal capitolato d’appalto, irregolarità per quel che concerne la manodopera impiegata, l’omessa vigilanza sulla corretta realizzazione delle opere da parte del direttore dei lavori, dell’ispettore di cantiere e del responsabile unico del procedimento".
Le misure del gip
L'operazione è stata denominata "Pecunia portuum" ed ha coinvolto la guardia di finanza di Riposto. Il gip ha disposto la sospensione per 12 mesi dall'esercizio del pubblico ufficio, con interdizione temporanea di tutte le attività ad esso inerenti nei confronti di Francesco D'Amore, funzionario direttivo del Dipartimento delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti, Ufficio Infrastrutture marittime e portuali.
Il giudice ha altresì disposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e il divieto di esercitare la professione per 12 mesi, con interdizione di tutte le attività ad essa inerenti, nei confronti dell'ingegnere messinese Antonino Sutera. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e divieto di esercitare attività d'impresa e di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, con interdizione delle attività inerenti, per 12 mesi nei confronti degli imprenditori Francesco e Calogero Palilla, Pietro Condipodero Marchetta e Michele Giuffrida.
Fonte: CataniaToday.it