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Cronaca

False fatturazioni ed evasione: calcio nella bufera, Zamparini indagato per la cessione di Nocerino

L'inchiesta della procura di Napoli. Tra i 64 indagati il patron rosanero, il procuratore palermitano Umberto Calaiò e il fratello calciatore Emanuele. Tutto ruota intorno al passaggio del centrocampista per 500 mila euro, dal Palermo al Milan, nell'ultimo giorno di calciomercato

C'è anche il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, il procuratore palermitano Umberto Calaiò e il fratello calciatore Emanuele tra i 64 indagati nell'inchiesta della procura di Napoli che ha scoperto un giro di false fatturazioni ed evasione fiscale nel mondo del pallone. Nell'inchiesta, che ha portato al sequestro di beni per circa 12 milioni, ci sono anche l'ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentiis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc. L'inchiesta è condotta dai pm  Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.

NOCERINO, CESSIONE LAST MINUTE - Ci sarebbe il trasferimento di Antonio Nocerino dal Palermo a Milan al centro del coinvolgimento di Maurizio Zamparini. Il passaggio del centrocampista, avvenuto nelle ultime ore del calciomercato estivo - il 31 agosto del 2011 - coinvolgerebbe il Palermo nell’inchiesta. Nocerino, che sarebbe andato in scadenza di contratto a giugno 2012, venne ceduto ai rossoneri per un cifra di appena cinquecento mila euro. Un’operazione che dai diretti interessati venne definita un acquisto low cost. Nocerino firmò con il Milan un contratto d cinque anni. Un altro trasferimento su cui si indaga è quello di Liverani dalla Fiorentina al Palermo.

LE PERQUISIZIONI - Uno dei primi passaggi è stata una acquisizione di documenti da parte della Guardia di finanza negli uffici della sede del Milan. Secondo quanto si apprende, i militari delle fiamme gialle si sono presentati a Casa Milan verso le 8.30.

"OPERAZIONE FUORIGIOCO" — L'esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori emerge, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli dall'operazione "Fuorigioco". In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

LE ACCUSE - Secondo l'accusa i procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l'opera di intermediazione fosse resa nell'interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. E' questo, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, uno dei meccanismi fraudolenti che ha portato a perquisizioni e sequestri nei confronti di società di calcio di A e B. Inoltre, le società, da parte loro - sempre per la Procura - approfittavano dell'indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell'imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva. In questo modo - si sottolinea - veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell'atleta, anche la spesa per l'intermediazione. Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l'interposizione di società "schermo" con sede anche in "paradisi fiscali", delocalizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro), la misura patrimoniale del sequestro applicata - dice Piscitelli - ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.

L'ORIGINE DELL'INCHIESTA -  L'inchiesta che ha portato ai provvedimenti di oggi nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un "fenomeno generalizzato" nel calcio italiano, vale a dire la "progressiva ed esasperata" lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l'ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere una serie di illeciti fiscali.

I NOMI - I dirigenti per i quali, nell'ambito dell'indagine della Procura di Napoli, è stato notificato il provvedimento di sequestro sono: Antonio Percassi (presidente Atalanta) Luca Percassi (amministratore delegato Atalanta) Claudio Garzelli (ex direttore generale del Bari) Giorgio Perinetti (direttore sportivo del Venezia) Luigi Corioni (ex presidente del Brescia) Gianluca Nani (direttore sportivo dell'Al-Jazira) Sergio Gasparin (dirigente sportivo) Pietro Lo Monaco (dirigente sportivo) Igor Campedelli (vicepresidente dell'Olhanense) Maurizio Zamparini (presidente del Palermo) Rino Foschi (direttore area tecnica del Cesena) Daniele Sebastiani (presidente del Pescara) Andrea Della Valle (vicepresidente della Fiorentina) Oronzo Corvino (dirigente sportivo) Alessandro Zarbano (amministratore delegato del Genoa) Enrico Preziosi (presidente del Genoa) Luciano Cafaro (amministratore unico Grosseto) Jean Claude Blanc (ex presidente Juventus) Alessio Secco (ex direttore sportivo Juventus) Claudio Lotito (presidente Lazio) Marco Moschini (dirigente sportivo) Renato Cipollini (amministratore delegato Lecce) Aldo Spinelli (presidente Livorno) Adriano Galliani (amministratore delegato del Milan) Aurelio De Laurentiis (presidente del Napoli) Tommaso Ghirardi (ex proprietario del Parma) Pietro Leonardi (direttore generale del Latina) Pasquale Foti (presidente della Reggina) Eduardo Garrone (ex presidente della Sampdoria) Marino Umberto (dirigente sportivo) Massimo Mezzaroma (ex presidente del Siena) Roberto Zanzi (dirigente sportivo) Giovanni Lombardi Stronati (ex presidente del Siena) Francesco Zadotti (ex presidente Ternana) Sergio Cassingena (ex presidente Vicenza) Massimo Masolo (ex presidente Vicenza) Dario Cassingena (amministratore delegato del Vicenza)

Questo invece l'elenco completo dei calciatori coinvolti: Gustavo German Denis (Atalanta) Quintero (Rennes) Adrian Mutu (Asa Tirgu Mures) Ciro Immobile (Torino) Matteo Paro (Crotone) Hernan Crespo (allenatore del Modena) Pasquale Foggia (ex giocatore) Antonio Nocerino (Milan) Marek Jankulovski (ex giocatore) Cristian Chavez (Pas Giannina) Inacio David Fideleff (Nacional) Ivan Ezequiel Lavezzi (Paris Saint Germain) Gabriel Paletta (Atalanta) Emanuele Calaio' (Spezia) Cristian Molinaro (Torino) Rios Pavon (ex calciatore) Diego Alberto Milito (Racing Avellaneda).

Infine i procuratori sportivi: Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò (palermitano), Leonardo Rodriguez, Fernando Hidalgo, Alejandro Mazzoni, Edoardo Rossetto.

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