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Cronaca

Scandalo Ciapi, appalti truccati: la finanza sequestra beni per 100 milioni

Truffe sui grandi eventi. Sotto la lente degli investigatori sono finiti 7 progetti del Ciapi. E' stato accertato sia l'illecito ottenimento dei contributi per 78 milioni di euro, sia l'alterazione delle procedure di aggiudicazione di appalto

La guardia di finanza ha sequestrato d'urgenza disponibilità patrimoniali e finanziarie, nell'ambito dell'inchiesta che nel giugno scorso portò all'arresto di 17 persone per un giro di presunte irregolarità nelle procedure di aggiudicazione di appalti nel settore degli eventi pubblici. Il sequestro è riconducibile al patrimonio immobiliare e finanziario di Fausto Giacchetto. Uno dei progetti - finanziato dal Fondo sociale europeo (Fse) - nel mirino della precedente indagine, era destinato alla realizzazione del Coorap (Consulenza, orientamento e apprendistato). In quel caso furono accertate fatture per operazioni inesistenti per oltre 40 milioni di euro.

Sotto la lente degli investigatori sono finiti 7 progetti del Ciapi (denominati Infoa, Carovana per l'orientamento, Formispe, Forum della Legalità, Attività per gli Enti locali, Labor e Scuola Lavoro), in relazione ai quali è stato accertato sia l'illecito ottenimento di contributi per 78 milioni di euro, sia l'avvenuta alterazione delle procedure di aggiudicazione di appalto bandite per l'organizzazione di eventi e per l'esecuzione di servizi promo-pubblicitari a favore dell'Ente.

L'attività investigativa ha consentito ai finanzieri di fare luce su ulteriori illeciti perpetrati dal sodalizio ricorrendo al medesimo modus operandi con cui, nel tempo, è stato in grado di condizionare l'aggiudicazione delle diverse gare bandite dal Ciapi di Palermo per la gestione di importanti campagne pubblicitarie, arrecando in tal modo ingenti danni alle altre, inconsapevoli imprese concorrenti.

Per tutti i progetti del Ciapi, le imprese invitate a partecipare alle gare erano, in alcuni casi, direttamente e o indirettamente riconducibili al principale indagato ovvero, in altri casi, che le imprese "aggiudicatarie", a fronte dei favoritismi ottenuti, hanno dovuto corrispondere parte del denaro percepito dal Ciapi a società comunque riconducibili all'artefice del "sodalizio".

I reati contestati in questo nuovo filone sono la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la turbata libertà degli incanti, la frode nelle pubbliche forniture, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, il favoreggiamento e la frode fiscale; 16 le persone fisiche denunciate e 5 quelle giuridiche segnalate. Nel complesso, il patrimonio mobiliare, immobiliare, finanziario ed aziendale di cui è stato disposto il sequestro con i due provvedimenti ammonta a oltre 100 milioni di euro.

Contestualmente, la stessa finanza ha dato esecuzione ad un altro provvedimento di sequestro in relazione ai precedenti esiti dello stesso filone investigativo. Il Tribunale di Palermo ha ritenuto che tra entrate di natura lecita e redditi dichiarati dal principale indagato, seppure cospicui, sussista una sproporzione non giustificata, tale da far ritenere che, almeno, una parte rappresenti il provento delle attività illecite, quali la corruzione, le false fatturazioni ed il finanziamento illecito ai partiti, commesse dal soggetto tra il 2006 ed il 2012 o ne costituiscano il reimpiego.

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