Palermo avvolta dalle fiamme, l'ira di Coldiretti e Legambiente
Alessandro Chiarelli, presidente regionale della Coldiretti, sottolinea "la carenza di uomini e mezzi in grado di mantenere il loro scopo". Angelo Dimarca di Legambiente: "Ridotto il Corpo Forestale ad un assurdo immobilismo"
Bruciano ancora le colline intorno a Palermo, dove gli incendi hanno continuato a divampare per tutta la notte. E Coldiretti e Legambiente attaccano la Regione.
“Sono centinaia gli ettari distrutti e le fiamme hanno ucciso gli animali dell'Istituto zootecnico regionale. Si tratta di un evento drammatico che pone in primo piano la sicurezza delle strutture pubbliche che pagano, evidentemente, la carenza di uomini e mezzi in grado di mantenere il loro scopo", commenta all'Agi il presidente regionale della Coldiretti, Alessandro Chiarelli, secondo cui "maggiore tutela, più controlli, più denunce sono indispensabili per evitare che si ripetano questi fenomeni. Provvedere al benessere animale è un obbligo di legge ed è uno dei requisiti fondamentali richiesti dall'Unione Europea”.
“Gli incendi - secondo il direttore regionale di Coldiretti, Giuseppe Campione - sono la prova di quanto incida l'abbandono delle campagne. Riqualificare le aree interne significa affidare proprio agli agricoltori la tutela delle zone a rischio fuoco. Il pericolo di passare un'altra estate in fiamme, com'è successo negli ultimi anni, impone l' immediata attivazione di strumenti d'emergenza".
LEGAMBIENTE - "I disastri degli incendi di questi giorni sono la prima, scontata e largamente preannunciata conseguenza di una pessima legge che ha accorpato gli operai antincendio e gli operai addetti alla manutenzione dei boschi in un'unica graduatoria, su pressante richiesta dei sindacati di categoria che si sono assunti una responsabilità gravissima e storica" denuncia in una nota di Legambiente Sicilia Angelo Dimarca, responsabile del dipartimento Conservazione natura.
"Che ha ridotto il Corpo Forestale ad un assurdo immobilismo in quanto ha i mezzi ma non più il personale e le risorse finanziarie per operare, trasferiti ad un altro ufficio della stessa Regione, il Dipartimento Regionale per lo Sviluppo Rurale e Territoriale". Dimarca punta il dito anche contro i "gravissimi silenzi di questi giorni sulla mancata realizzazione dei viali parafuoco a difesa dei boschi demaniali. Servirebbero almeno 50 milioni di euro ed in questo momento non sono stati assunti dalla Regione gli operai per ripulire le aree perimetrali dalle erbe secche. Un incendio oggi non trova più alcun ostacolo alla sua propagazione", sottolinea il dirigente di Legambiente.