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Cronaca Sperone / Via Conte Federico

Ciaculli, incendio nei capannoni abbandonati: bruciati vivi sei cuccioli

Le fiamme hanno avvolto parte dell'ex stabilimento Partanna di via Conte Federico. Denunciati per minacce due cenciaioli che davanti alla polizia hanno detto ai volontari: "Vi facciamo fare la stessa fine dei cani"

Misterioso incendio a Ciaculli, a rimetterci la vita sono sei cuccioli di cane. Le fiamme si sono propagate ieri pomeriggio, intorno alle ore 15, avvolgendo parte dei capannoni abbandonati dell’ex stabilimento Partanna. Al suo interno ci sono una ventina di cani, di cui si prendono cura due signori della zona e avanti con l’età. Secondo alcuni testimoni potrebbero essere due fratelli cenciaoli, che vivono in un baraccone all’interno di quell’area, ad appiccare l’incendio per cacciare via gli animali.

Lo scenario che si presenta davanti agli occhi in via Conte Federico sembra quello di una zona di guerra. Alcuni dei capannoni, abbandonati al degrado da anni, sono stati carbonizzati nell’incendio di ieri. La mamma dei cuccioli morti zampetta tra i resti bruciati, con il muso rivolto verso terra, annusando qua e là per scovare tracce che la conducano ai propri figlioletti e ignorando quanto purtroppo accaduto. Sulla strada, nello slargo di fronte all’ex Partanna, una carcassa d’auto segata in tre parti, rifiuti di ogni genere, tra vetro, mobili, mattoni frantumati e chissà cosa altro ancora. Ma per quel tratto di strada l’Amministrazione non ha ancora trovato alcun rimedio. "Forse basterebbe mettere una telecamera e chiudere questo slargo con un muro alto", propone un ragazzo che vive in zona.

Ciaculli, capannoni abbandonati in fiamme

Dietro le inferriate, dopo l’ondata di cani che abbaiano arrabbiati, fanno capolino due uomini di circa 70 anni. Uno di loro racconta i momenti successivi al tragico incendio con il volto rigato dalle lacrime. "Mi avevano telefonato - spiega Vittorio - e sarebbero dovuti venire per adottarne uno proprio in questi giorni. Qui la situazione è delle peggiori e all’interno di quest’area c’è anche un sacco di eternit e nonostante ciò qualcuno vorrebbe utilizzarla abusivamente per i propri interessi". Potrebbe trattarsi proprio di quei due fratelli, di cui diversi abitanti della zona confermano le losche intenzioni: "Rubano il ferro, bruciano i cavi per ricavarne il rame o, ancora, ci nascondono auto rubate da smontare".

In quei 20 mila metri quadrati era stato ricavato un piccolo spazio chiuso in uno dei capannoni, per garantire un riparo a quei cuccioli dalle intemperie, dagli altri cani e dai topi giganti. C’era anche un materasso, posizionato lì per permettere a quei cagnolini di riposare ed essere nutriti senza interferenze, nell’attesa di imparare a reggersi sulle proprie zampe. Un piccolo rifugio sicuro che si è trasformato in una trappola mortale. Sull’origine del rogo non ha dubbi Laura Girgenti, responsabile regionale dell’Ugda, l'Ufficio garante dei diritti degli animali: "Ho in mano una denuncia contro questi due fratelli, che davanti alla polizia hanno minacciato Vittorio ed il suo amico dicendo: vi facciamo fare la stessa fine dei cani, bruciati vivi. Sembrerebbe proprio una palese ammissione delle loro responsabilità".

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