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Cronaca Sferracavallo

Restano i dubbi sul rogo alla Baia del Corallo, i titolari del diving: "In fumo 10 anni di storia"

Le fiamme hanno colpito il bungalow dell'associazione "Youdiveclub Capo Gallo": all'interno mute e bombole per le immersioni che servivano anche per bambini e disabili gravi. Danni per 35 mila euro. La polizia continua a indagare. "Concessione in scadenza, possibile che l'area faccia gola. Noi non molliamo"

In meno di un’ora hanno visto le fiamme divorare 35 mila euro di attrezzature tra mute e bombole per le immersioni e 10 anni della loro storia. Un decennio durante cui hanno fatto attività con i bambini, insegnando loro a riciclare i rifiuti trovati in mare per trasformarli in “opere d’arte”, e permesso anche ai disabili gravissimi di scoprire i segreti del "profondo blu". "Non ci sono prove schiaccianti sul fatto che l’incendio di Sferracavallo alla Baia del Corallo sia doloso, potrebbe anche essersi trattato di un incidente, ma di sicuro presto saremo pronti a ripartire, che sia chiaro". A parlare sono Francesco Landini e Giovanni Coppola, due cugini di 30 anni che hanno dato vita a "Youdiveclub Capo Gallo", l’associazione colpita venerdì scorso da un rogo sul quale indaga ora la polizia.

Bungalow in fiamme, le immagini dal mare | Video

"Erano le 17, ero andato vita da poco - racconta Coppola a PalermoToday - quando è scoppiato l’incendio nel bungalow. Insieme ad alcuni volontari, prima dell’arrivo dei vigili del fuoco del personale del corpo forestale, abbiamo provato a spegnare le fiamme nonostante mi fossi reso conto che stavamo gettando acqua su qualcosa che era ormai irrimediabilmente distrutto". Riprendersi dopo l'accaduto non sarà facile, spiegano, ma entrambi non hanno dubbi sul loro prossimo futuro. "Mi è stato insegnato - afferma Landini - che quando si cade, bisogna rialzarsi. Gli incidenti di percorso fanno parte della vita. Ci spiace perché abbiamo investito tanto in questa realtà, avevamo da poco acquistato attrezzature per migliaia di euro per le attività e i progetti educativi da realizzare insieme ai nostri soci. Per noi questa realtà significa unire e condividere le nostre bellezze naturali".

I resti dopo l'incendio tra i bungalow di Capo Gallo

L’incendio ha distrutto una delle dodici strutture di proprietà della Regione che erano affidate a una società e utilizzate in passato come ostello della gioventù. "In questo bungalow - aggiunge Landini - c’erano dieci bombole d’ossigeno che per fortuna teniamo scariche. C’erano venti mute complete di maschere e boccagli. C’erano un gazebo gonfiabile e uno schermo da 55 pollici che utilizzavamo per il ‘Mare in diretta’. Si tratta di un’iniziativa che abbiamo portato avanti con le scolaresche: alcuni sub si immergono in mare e grazie a delle maschere alle quali erano collegate alcune telecamere, riuscivamo a fargli vedere cosa c’è sott’acqua e a farli dialogare in diretta. Abbiamo solo bisogno di riprenderci e poi saremo pronti a ricominciare da capo".

I due cugini, terminato l’inventario delle attrezzature distrutte dall’incendio ma non coperte da assicurazione, in settimana andranno a sporgere una denuncia in commissariato che confluirà nelle indagini della polizia. Dopo il sopralluogo i vigili del fuoco non sono riusciti a stabilire con certezza l’origine del rogo. "Non sono state trovate tracce evidenti di benzina o altro. Noi non abbiamo videosorveglianza - aggiunge Landini - ma ci sono alcune telecamere che potrebbero aver ripreso qualcosa di utile per gli investigatori. Fino ad ora nessuno ci aveva mai disturbato ma è anche vero che a fine anno scadranno le concessioni, da riassegnare nel 2021. E’ possibile che l’area facesse gola a qualcuno ma finché ne avremo diritto noi da qua non ci muoveremo".

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