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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Bar Rosanero a fuoco, dramma di un palermitano ad Ancona: "Ho perso tutto"

La pasticceria creata da un palermitano che da anni vive nelle Marche e famosa per i suoi prodotti tipici siciliani, è stata devastata da fiamme alte diversi metri. Non viene esclusa alcuna pista

Prima il botto, potente, al punto da sembrare una bomba carta per qualcuno, addirittura il terremoto per altri residenti. Poi le fiamme hanno iniziato a divorare l’interno del bar pasticceria “Rosanero”, di proprietà di un palermitano. E' successo ad Ancona nella notte tra lunedì e martedì. Il locale era chiuso per ferie e avrebbe riaperto il 5 gennaio. Erano le 3:30 quando è scattato l’allarme. Il fumo ha riempito la palazzina, costringendo dodici famiglie a riversarsi in strada. (GUARDA IL VIDEO)

Ancona, a fuoco il bar di un palermitano

Il bar pasticceria, famosissimo nella città marchigiana per i suoi prodotti tipici siciliani e dal nome tipicamente palermitano, è stato devastato da fiamme alte diversi metri. Gli investigatori non escludono alcuna pista. Per fortuna nessun ferito, ma la paura, tra le lacrime e le urla, è stata tanta. Il titolare, Paolo Di Maio, palermitano (nella foto in basso), era in viaggio ma è rientrato di corsa ad Ancona: "In poche ore sono andati distrutti 16 anni della mia vita", ha confessato con la voce tremante ad AnconaToday. Parole amare di chi ha perso tutto in un solo attimo. Macerie, detriti sotto ai piedi, vetri ridotti in mille pezzi, l'odore acre e fastidioso di fuliggine. Lo scheletro di una vita passata dietro a un bancone a servire centinaia di clienti. Il locale è andato completamente distrutto. "Ho perso tutto ma conto di riaprire": Paolo Di Maio, il titolare del forno e bar di via Colleverde, conosciuto da tutti, non si arrende. Il palermitano ha visitato il locale ormai distrutto insieme alla polizia anconetana che, nel frattempo, gli ha riconsegnato il locale. 

Dunque nessun sequestro da parte della magistratura, il che avvalora la tesi secondo la quale l’esplosione sarebbe stata dovuta ad un incidente. "Non so quantificare il danno - ha detto Di Maio - Ho ricevuto messaggi sui telefoni di mia moglie in cui le persone che conosciamo si dicevano dispiaciuti per quanto successo e noi non capivamo, poi ho acceso il mio telefono e mi hanno chiamato i miei dipendenti. Io ero fuori Ancona e sono tornato. Io conto di riaprire dopo 16 anni della mia vita".

Sul posto sono arrivati i mezzi della polizia e i vigili del fuoco, impegnati per ore non solo nello spegnimento dell’incendio ma anche nella verifica della palazzina coinvolta dal rogo. Potrebbe trattarsi di un cortocircuito che, nato dai componenti di uno dei frigoriferi, avrebbe innescato la combustione. Le colle e i materiali, che fanno da rivestimento del legno dell’interno del bar, hanno fatto il resto. Tuttavia in mattinata è arrivata anche la Scientifica di Ancona per effettuare rilievi forensi perché, seppure improbabile, gli investigatori non escludono che dietro l’incendio ci possa anche essere la mano dell’uomo.

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