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Cronaca

Finti matrimoni per l'ingresso in Italia: Palermo la porta dei migranti

I retroscena dell'operazione "Glauco 3", condotta dalle squadre mobili di Palermo e Agrigento e dal Servizio centrale operativo. Fermate 23 persone in tutta Italia. Secondo quanto riferito da un collaboratore, chi non pagava la quota per il viaggio rischiava l'espianto degli organi

Finte parentele e matrimoni di comodo, organi esportati e chiusi nelle borse frigo, ma anche spaccio di stupefacenti etiopi e altro ancora. Le dichiarazioni del collaboratore Nouredin Atta Wehabrebi, indagato nell’ambito dell’operazione Glauco 1, sono servite a fare luce sul network che si occupava della tratta di migranti, sullo sfruttamento di fittizie “ricongiunzioni familiari” e sull’ingente giro di denaro generato dal fiorente traffico di esseri umani. La polizia e lo Sco hanno eseguito nella notte 23 dei 38 fermi di indiziato di delitto nei confronti di 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano (dei quali non sono state fornite le generalità), accusati a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, nonché associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e spaccio di droga, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio criminoso.  (GUARDA IL VIDEO)

Oltre alle cellule operative di Roma e Agrigento ce n’era una anche a Palermo, dove gli extracomunitari venivano raccolti per essere trasferiti probabilmente verso la capitale e poi nel resto d’Europa. Chi non pagava il “riscatto”, secondo quanto raccontato dall’eritreo, avrebbe rischiato di essere ucciso di avere espiantati gli organi da rivendere sul mercato nero. “Il metodo utilizzato - spiega Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo - era quello ormai conosciuto della ‘hawala’. Il contributo fornito da Nouredin Atta è stato fondamentale per chiarire come sfruttassero la nostra legislazione per far arrivare i migranti in Italia. Chi si trovava già qui si metteva a disposizione indicando degli sconosciuti quali familiari, che avrebbero poi pagato 10-15 mila dollari per ogni operazione”.

Traffico di esseri umani, i volti dei 23 fermati

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La centrale economica di questo business si trovava a Roma, in una profumeria vicina alla Stazione Termini. “Durante un accertamento sono stati trovati 500 mila euro (in diverse valute) e un elenco di nominativi e numeri sui quali stiamo effettuando accertamenti. La necessità di fermare queste 38 persone è nata dal pericolo di fuga di soggetti con una notevole capacità di mobilità su tutto il territorio”.

“Il collaboratore eritreo - spiega il procuratore aggiunto Maurizio Scalia - dal 1998 conviveva in Libia con uno dei più grandi trafficanti riconosciuti ad oggi, è stato considerato ancor più attendibile dopo le condanne relative all’operazione Glauco 1. Tra gli altri ha indicato quale responsabile anche l’etiope Ermias Ghermay, destinatario di un mandato di cattura europeo. Ci ha aiutato a comprendere come le varie organizzazioni del Nord Africa che si occupano di questo traffico non sono in guerra fra loro e hanno a disposizione armi e barche custoditi in alcuni magazzini dove raccoglievano i migranti”.

Durante la conferenza stampa in Procura ha parlato anche Renato Cortese, capo del Sistema centrale operativo della polizia. “Grazie a a Nouredin Atta è stato possibile fare un salto di qualità in questa tranche investigativa, permettendoci di riprendere con le telecamere gli ingenti passaggi di denaro. Intercettare conversazioni fatte tramite schede internazionali, che nel giro di un giorno cessavano di essere utilizzate, non è stata una cosa semplice”.

Traffico di migranti, 23 fermi

Buona parte del traffico di migranti ruotava attorno alla Capitale, come mostrato nelle immagini. Ma anche a Palermo, tra le stradine del centro storico, c’era una delle “filiali” di raccolta degli extracomunitari. A questo “traffico” si aggiungeva anche quello di stupefacenti. Mentre a Roma sono stati sequestrati circa 50 chili di “catha” o “qat”, una droga da masticare di natura anfetaminica proveniente dall’Etiopia, altri 3 chili sono stati sequestrati nel quartiere del Villaggio Santa Rosalia. “Nel medesimo contesto investigativo - spiegano dalla Questura - è stato eseguito il sequestro preventivo di alcune quote societarie e di 3 esercizi commerciali, tra cui la menzionata profumeria romana che, certamente, costituiva uno dei principali snodi del flusso finanziario legato al traffico di migranti”.

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