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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Documenti falsi per entrare illegalmente in Italia, condannati a Genova anche 4 palermitani

La presunta banda era stata smantellata in Liguria a marzo dell'anno scorso. Per rendere più somiglianti gli stranieri agli intestatari delle carte d'identità il gruppo si sarebbe servito anche di una parrucchiera e di un'estetista. Quindici in tutto gli imputati ritenuti colpevoli. L'unico assolto è pure lui di Palermo

Avrebbero fornito documenti falsi e si sarebbero occupati di tutti gli spostamenti necessari per far entrare in Italia persone che non ne avrebbero avuto diritto. Per rendere più somiglianti i loro clienti agli intestatari delle carte d'identità, avrebbero avuto a disposizione anche un'estetista e una parrucchiera. La presunta banda specializzata in immigrazione clandestina, di cui avrebbero fatto parte anche diversi palermitani, era stata smantellata a Genova il 5 marzo dell'anno scorso e adesso sono arrivate quindici condanne e una sola assoluzione. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato dal gup di Genova, Luisa Avanzino.

Igor Runfola avvocato-2L'unico scagionato è proprio un palermitano, Roberto Caruso, difeso dall'avvocato Igor Runfola (nella foto). Altri palermitani sono stati invece condannati: si tratta di Giuseppina Lanza (6 anni e 10 mesi), Alessandro Girgenti (4 anni e 4 mesi), Mario Federico (un anno) e Giacomo Vitale (un anno). Gli altri imputati sono italiani e albanesi: 6 anni e 10 mesi di carcere sono stati inflitti a Eduart Theodori, 6 anni a Azem Shehaj, 4 anni e 8 mesi a Arjana Dervishaj Metaliaj, 4 anni 2 mesi e 20 giorni a Orgen Hoxha, 4 anni a Pamela Perrotto, un anno ciascuno a Raffaele D'Amico, Ombretta Tassone, Gaetano De Santes e Cristian Camedda, 10 mesi ciascuno a Aniello Ascione e Manuela Santimarrocchi.

In base alla ricostruzione dei carabinieri a fornire le carte d'identità sarebbero stati proprio Girgenti e due suoi fratelli (che hanno scelto l'ordinario). Metaliaj, parrucchiera savonese, avrebbe invece sistemato gli stranieri per renderli più somiglianti alle foto inserite nei falsi documenti. Secondo l'accusa sarebbero stati organizzati una trentina di viaggi.

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