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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Fornivano ai migranti falsi contratti di lavoro": 9 arresti, c'è anche un poliziotto

Divieto di dimora per un consigliere della Consulta delle Culture. Gli indagati sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: avrebbero procurato agli extracomunitari i permessi di soggiorno o il loro rinnovo attraverso dichiarazioni dei redditi con dati fittizi o falsi contratti di lavoro

Un'organizzazione dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è stata smantellata da polizia e guardia di finanza. Agenti e finanzieri del Gruppo Palermo su disposizione del Tribunale, hanno eseguito 9 arresti e numerose perquisizioni. Grazie all'operazione denominata "Immigratis" finiscono ai domiciliari Gesualdo Meli, Antonino Di Majio, Gianfranco Ficano, Francesco Noto, Salvatore Giacobbe (un poliziotto), Antonino Pisciotta, Paola Giannetto, Antonino Russo e Marco Celani. Applicato il divieto di dimora per Thayraj Arulnesan, consigliere della Consulta delle culture. Le ordinanze di misure cutelari sono state firmate dal gip Nicola Aiello.

"Le indagini - spiegano dalla guardia di finanza - hanno portato alla luce un'articolata rete di professionisti, titolari di centri di assistenza fiscale e altre persone compiacenti, che procuravano a soggetti extracomunitari dimoranti nella provincia di Palermo i permessi di soggiorno o il loro rinnovo attraverso dichiarazioni dei redditi con dati fittizi o falsi contratti di lavoro. Tra i soggetti destinatari delle misure cautelari il riferimento per la comunità Tamil di Palermo, attivo nel panorama politico palermitano quale membro della Consulta delle culture presso il Comune".

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Il sistema

Gli immigrati, che provenivano da Paesi diversi e in alcuni casi vivevano anche all'estero, attraverso un passaparola all’interno delle singole comunità giungevano a Palermo e contattavo i “professionisti contabili” per avere dichiarazioni dei redditi ad hoc. Lo scopo era dimostrare di avere  reddito necessario per la permanenza in Italia. In alcuni la richiesta avveniva telefonicamente, ma ad ascoltare le conversazioni c'èerano anche gli inquirenti.

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"Il metodo - spiega la guardia di finanza - consisteva in alcuni casi nell’attivazione di partite Iva per ditte individuali per soggetti extracomunitari - per la maggior parte censiti come venditori ambulanti -, in altri casi venivano fatti risultare fittiziamente assunti come collaboratori domestici dagli stessi professionisti o da soggetti compiacenti. Sono numerosi gli imprenditori extracomunitari fasulli allo stato attuale censiti dai finanzieri e dai poliziotti, che, oltre a soggiornare illegalmente nel territorio nazionale si ritrovano anche con i contributi previdenziali versati tali solo sulla carta visto che il loro versamento avveniva mediante compensazione di crediti d’imposta creati ad hoc nelle false dichiarazioni fiscali".

Il giro d'affari

Secondo quanto spegato dalla finanza, il fenomeno aveva assunto una tale dimensione da allarmare i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione che, allertati i colleghi della Squadra Mobile e in collaborazione con le fiamme gialle, hanno avviato le indagini sulle dichiarazioni dei redditi trasmesse determinando la revoca di gran parte delle richieste avanzate attraverso professionisti e “addetti ai lavori”.

Per ogni pratica gli indagati chiedevano anche mille euro. Per quella somma venivano offerti servizi vari, tutti finalizzati essenzialmente all’ottenimento dei permessi di soggiorno. Sono in corso ulteriori accertamenti volti a quantificare con precisione i guadagni illegalmente conseguiti dai professionisti e dai vari centri di assistenza fiscale.

I reati risalgono già a 2015, ma per gli inquirenti può essere riferito anche "a periodi anche pregressi" e ancora in corso "con ricadute sia in termini di danno al bilancio nazionale che per la pubblica sicurezza rappresentando un metodo sicuro per consentire a soggetti extracomunitari di poter permanere illegalmente sul territorio nazionale".

Il Comune di Palermo sarà parte civile

L'indagine che oggi ha portato all'emissione di diverse misure restrittive nei confronti di cittadini italiani e stranieri per un giro di documenti falsi finalizzati al rilascio dei visti di soggiorno - commenta il sindaco Leoluca Orlando - è la conferma di come le scellerate politiche nazionali e comunitarie che limitano la circolazione degli esseri umani siano soltanto strumenti che favoriscono gli speculatori, in Italia e all'estero, in Europa e in tutti i continenti. Solo riconoscendo finalmente la mobilità come diritto umano fondamentale, si metterà fine non solo alle speculazioni ma soprattutto ai vergognosi traffici di esseri umani che oggi su tutte le sponde del Mediterraneo e nel Mediterraneo provocano lutti e sofferenza. Per quanto riguarda questa indagine, il Comune si costituirà parte civile nelle successive fasi processuali ove previsto dal Codice".

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