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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il Rotary del distretto 2110 raccoglie il grido di dolore del Teatro Massimo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Il Rotary del distretto 2110 Sicilia Malta “accoglie il grido di dolore” del Teatro Massimo di Palermo e rilancia con una missiva vibrante al ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini e al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Lo fa proprio dal Teatro Massimo al termine di un incontro con il sovrintendente del più grande teatro europeo Francesco Giambrone. Un incontro promosso dal Rotary Club Palermo “Baia dei Fenici” presieduto da Grazia Vella alla presenza, tra l’altro, del segretario distrettuale Sergio Malizia, dell'assistente del governatore, Vincenzo Pecoraro. e di numerosi soci dello stesso club

"Il teatro, è tale perché si svolge e prende forma rigorosamente… dal vivo. E lo fa coinvolgendo, nel rispetto della normativa d’emergenza, coinvolgendo più persone, le loro sensibilità, i loro cuori, le loro anime. Altrimenti non è teatro!”, ha precisato, nella missiva, il governatore del distretto Rotary ingegnere Alfio Di Costa.

"Il teatro è il presidio di Civiltà per eccellenza - continua Di Costa - Se il Teatro Massimo di Palermo fosse davvero destinato a ospitare un numero così esiguo di spettatori (inferiore di molto a quello garantito ad altri teatri italiani, solo 200 per 1200 posti), non si potrebbe più parlare di spettacolo, di cultura, di civiltà! Ciò rappresenterebbe un autentico 'De Profundis' per questo presidio educativo e formativo e, di conseguenza, per tutti gli operatori che vi lavorano, impegnandovi non solo creatività, enorme e qualificata, ma patrimoni, materiali e immateriali. Come potranno, infatti, le tante attività che investono tempo, soldi e anima nel mantenere vivo uno spazio teatrale – spesso in province e realtà decentrate o periferiche ma dove pur rappresentano un avamposto socio-culturale e un presidio di resilienza fondamentale, soprattutto per i giovani e le popolazioni delle aree interne – sopravvivere alla morte del Teatro Massimo, costretto come sarebbe a ridurre di quattro quinti il numero delle anime che lo seguono ad ogni qualificato spettacolo? Caro signor ministro e signor presidente della Regione Siciliana, il teatro Massimo, a Palermo, ha rappresentato e rappresenta anche un importante centro d’incontro, di formazione e di socialità. Una non riconsiderazione del numero massimo di spettatori, così davvero esiguo e inferiore anche a quello previsto per un piccolo cinema, anch’esso importantissimo, rappresenterebbe la morte civile per tutti: i cittadini dell’intera Sicilia e di chi vi lavora con le loro famiglie”. E ancora "Riteniamo, come Rotary del Distretto 2110, percorribile l’idea, intanto la non istituzione e la non attivazione di qualsiasi piattaforma digitale che riguardi lo spettacolo dal vivo, in quanto contraria alla sua natura e che ne comporterebbe la sua definitiva morte e, congiuntamente, una riconsiderazione degli standard di sicurezza in linea con quella assicurata agli altri teatri italiani e con quanto ritenuto accettabile dai comitati appositamente costituiti dal governo nazionale e regionale. Ho apprezzato la proposta del presidente del Rotary Club Palermo Baia dei Fenici Grazia Vella di farmi incontrare il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo Francesco Giambrone. Attenzione per il teatro vuol dire attenzione per la storia, la cultura, la società, il territorio, il destino di ogni comunità”.

Come ha affermato Francesco Giambrone, quando è stato eletto vicepresidente dell’Anfols, l’associazione che raccoglie le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane: “Lavoreremo per valorizzare le Fondazioni – ha detto Giambrone - attraverso iniziative che puntano anche ad allargare il nostro pubblico con il coinvolgimento sempre più significativo delle famiglie, dei giovani, delle scuole. Lirica e musica sinfonica non sono appannaggio di un’élite, ma sono un patrimonio immateriale che sa e può parlare a tutti”. “Ciò, oggi, è quanto mai attuale e prioritario”, ha puntualizzato Alfio Di Costa, al margine dell’incontro.

Incisiva la riflessione del presidente del Club Rotary Baia dei Fenici resa al termine dell’incontro: “Si è parlato del ruolo e del valore musicale, culturale ed internazionale del teatro cittadino. Si sono gettate le basi per una collaborazione e progettualità culturale e musicale con i Rotary, quali Club service nel rispetto dei principi sottesi alla frase che è scolpita sul frontone del teatro: “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.

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