rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il freddo che apre le ferite della Palermo senza casa

-emergenza abitativa; -contributo alloggiativo; -utilizzo e mappatura dei beni confiscati alla mafia; -soluzioni di autorecupero da parte delle famiglie dei senzacasa; -soluzioni di reinserimento sociale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

A Palermo spesso ci lamentiamo. E' un lamento diffuso, un'eco che diventa sottofondo, perché sono tanti i problemi che attanagliano questa società: dalla crisi economica che non sembra stemperarsi minimamente, ad una vera e propria crisi sociale dovuta a tante concause, nazionali e internazionali. Ci si lamenta sempre, quasi per inerzia, forse Ficarra e Picone nel loro famoso sketch "Stanco? No, oggi no" avevano visto giusto questo atteggiamento diffuso, permanente, che riscopre tanti comportamenti di noi Siciliani. Quest'anno anche il freddo si è messo a soffiare contro, un freddo a cui la Sicilia e il palermitano non sono abituati, e quindi giù di lamenti e insofferenza nei confronti del gelo e della neve, del freddo che entra nelle ossa. Il freddo ha soffiato forte a spaccare le ferite degli invisibili, quei fratelli palermitani che soffrono più di noi (e avrebbero molte più ragioni di lamentarsi di noi…): i senzacasa. Il freddo riconduce alla ribalta un emergenza, quella abitativa, che a Palermo non è stata affrontata in modo organico e strutturato.

Dovrebbe essere un tema sensibile 365 giorni su 365, ma come per tante altre cose, dovrebbe essere, ma non è. Il freddo ha sparato forte alimentando pensieri e domande: come fanno i senzacasa ad affrontare il freddo? Riescono a trovare delle soluzioni temporanee? Riescono a trovare aiuto da parte delle istituzioni? Mi sono chiesto, dopo essermi soffermato su queste domande, se a Palermo, la quinta città d'Italia, fosse stato predisposto un piano per l'emergenza abitativa. Sarebbe stato facile cominciare dalla cosa più semplice: scrivere dei pensieri nobili dedicati a chi è meno fortunato, a chi non ha una certezza ferma e solida nella casa. Ma non basta, non basta, perché sarebbe la cosa più semplice da fare. Ho contattato Toni Pellicane, portavoce del Comitato di Lotta per la Casa, che da anni porta avanti le istanze delle famiglie dei senza casa, di quelli che io chiamo gli invisibili. Invisibili perché non riusciamo a percepirli il più delle volte, perché la loro emergenza abitativa è un "loro" problema non è un "nostro" problema, perché noi in fondo la casa ce l'abbiamo. Ho voluto intervistare Toni per fargli delle domande riguardo l'emergenza abitativa a Palermo, sull'utilizzo dei beni confiscati, sulla politica dell'amministrazione odierna, sui numeri che oggi parlano da soli: 10000 (diecimila) famiglie che dal 2005 aspettano un alloggio popolare, 250 senzatetto a Palermo (più del 200% rispetto al 2011).

Il Comitato di lotta per la Casa ha raccolto le istanze delle famiglie dei senzacasa, ha elaborato delle proposte che Toni Pellicane ha esposto nella intervista a cui rinvio il lettore che vorrà approfondire la conoscenza sull'emergenza abitativa in città. Una cronistoria che permette di osservare tale emergenza con la voglia di fare, di risolvere un problema che è un diritto di base: il diritto alla casa! Quali argomenti sono stati sviscerati durante l'intervista? -contributo alloggiativo; -utilizzo e mappatura dei beni confiscati alla mafia; -soluzioni di autorecupero da parte delle famiglie dei senzacasa; -soluzioni di reinserimento sociale Di seguito il link alla videointervista: https://www.youtube.com/watch?v=ELA6dhI2w80

Alessandro Bruno, coordinatore dell'associazione Cultura & Innovazione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il freddo che apre le ferite della Palermo senza casa

PalermoToday è in caricamento