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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Svapare" non è meglio che fumare, bocciata la sigaretta elettronica

Mentre si discute sui luoghi in cui consentire il loro utilizzo, l'ultima indagine dell'Osservatorio Sanità di UniSalute svela che solo il 16% dei palermitani crede sia una valida tecnica per smetterla con le sigarette

I palermitani non credono alla sigaretta elettronica come rimedio per smettere di fumare. Anche se il fenomeno sembra avere preso piede in Italia - sempre più spesso si incontrano persone che "simulano" il piacere di una tirata affidandosi a questi apparecchi elettronici - solo il 16% degli intervistati nel capoluogo siciliano crede sia una valida tecnica per smetterla con le sigarette.

Lo rileva l'ultima indagine dell'Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha preso in esame alcuni aspetti del legame tra fumo e palermitani. Un'indagine che arriva mentre in Italia si discute se e come regolamentarne l'uso nei luoghi pubblici e la loro promozione pubblicitaria.

Che a pesare sull'esito della ricerca siano state anche le polemiche sui suoi potenziali effetti dannosi alla salute? In realtà i palermitani credono che l'unica rimedio per smetterla con il fumo sia legato alla reale forza di volontà di chi vuole smettere (61%) e sono scettici nei confronti di qualsiasi altra soluzione, che siano i farmaci (14%), le soluzioni a base di nicotina come gomme e cerotti (6%) o ipnosi ed agopuntura (3%).

Quella tra italiani e sigaretta è una relazione piuttosto stretta, se nel 2011 si calcolava che fossero 11,8 milioni i fumatori (circa il 22% della popolazione) e - dati ISTAT -circa 85 mila le persone che ogni anno perdono la vita in Italia per case attribuibili al fumo.

Quali incentivi - secondo gli intervistati - potrebbero essere un buon deterrente per non avvicinare le persone al fumo o farli smettere? Il primo consiglio che i palermitani si sentono di dare è di attuare una campagna educativa nelle scuole organizzata dal Ministero (43%). Segue un maggiore utilizzo di campagne pubblicitarie e comunicazioni che sensibilizzino sui danni che il fumo arreca alla salute (31%). Infine una misura che colpisca le tasche dei fumatori, con un aumento consistente del costo delle sigarette (26%).

Se i palermitani agirebbero in primis su le scuole è per la consapevolezza che i giovani sono una delle fasce più attratte dalla sigaretta: secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità a livello nazionale il 16% dei maschi e il 22% delle femmine tra i 15 e i 24 anni fuma.

Quando si parla di fumo gli aspetti più preoccupanti per i palermitani - come rileva l'Osservatorio UniSalute - restano quelli legati ai danni alla salute, in particolare quelli provocati dal fumo passivo nei non fumatori e nei bambini (35%) e quelli attivi nei fumatori (27%) mentre sono meno percepiti come un danno i costi che gravano sul Sistema Sanitario Nazionale per i danni provocati dal fumo (2%). Dal punto di vista della sostenibilità del nostro SSN l'incidenza è in realtà notevole, basti pensare che per il trattamento di pazienti affetti da patologie attribuibili al fumo di tabacco la spesa ospedaliera nazionale già qualche anno fa ammontava a circa 3,4 miliardi di euro mentre la spesa sanitaria complessiva era di oltre 7,5 miliardi di euro.

E' quindi chiaro che un'efficace attività di prevenzione per limitare sempre più l'utilizzo di sigarette e tabacco porterebbe benefici anche al sistema sanitario nazionale nel suo complesso, oltre che alla salute dei cittadini.

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