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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Termini Imerese

Guasti alla condotta della diga Rosamarina, niente acqua in sette comuni palermitani

A secco Termini Imerese, Campofelice di Roccella, Cerda, Sciara, Scillato, Collesano e Lascari: "Enormi contraccolpi alla produzione agricola e gravi danni economici per gli agricoltori"

Guasti alla rete idrica collegata  alla diga Rosamarina e i terreni che ricadano nei Comuni di Termini Imerese, Campofelice di Roccella,  Cerda, Sciara, Scillato, Collesano e Lascari rimangono a secco con enormi contraccolpi alla produzione agricola e gravi danni economici per gli agricoltori.

Per sollecitare l'immediata riparazione dei guasti e la manutenzione degli impianti “che non avviene da tempo”, il deputato 5 stelle all'Ars Luigi Sunseri ha scritto all'assessore per l'energia e i servizi di pubblica utilità Daniela Baglieri, al direttore generale del Consorzio di bonifica 2 di Palermo, Giovanni Tomasino, al segretario generale dell'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, Leonardo Santoro, e al dirigente generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, Calogero Foti.

“È inammissibile – dice Sunseri che la grande quantità di acqua contenuta  nella diga Rosamarina non possa essere utilizzata a causa della negligenza dei soggetti su cui ricade l'obbligo della manutenzione della rete. Chiediamo che questa venga fatta subito, assieme alla riparazione dei guasti. La stagione calda è ormai arrivata e la  mancata erogazione dell'acqua per uso irriguo, aggravata dall'assenza di piogge, rischiano di compromettere le produzioni agricole e di mettere in ginocchio  imprese e contadini che giustamente chiedono oltre all'abbattimento del canone annuo versato per l'erogazione dell'acqua anche la dichiarazione dello stato di emergenza”.

“Quella delle reti colabrodo – conclude Sunseri - è l'ennesimo schiaffo alle imprese agricole  che arriva a causa dalla  dell'incapacità del governo Musumeci che di recente è riuscito nell'impresa di farsi bocciare tutti i progetti  del Prrr per le reti idriche, che probabilmente avrebbero permesso di riscrivere la storia dei consorzi di bonifica siciliani. Questo per non parlare della riforma del settore, da tempo impantanata all'Assembla regionale, ma mai attuata nella sua totalità”.

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