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Cronaca Politeama

La pittura di Giulio Catelli: "Paesaggi desiderati"

PAESAGGI DESIDERATI - Giulio Catelli. dal 19 novembre al 3 dicembre 2015

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

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PAESAGGI DESIDERATI - Giulio Catelli. 
dal 19 novembre 
al 3 dicembre 2015


La pittura. Per Giulio Catelli, una scelta identitaria profonda. Esprime con chiarezza un’idea del modo di essere nel mondo del pittore, del ruolo del suo lavoro nello scenario culturale contemporaneo e di quale peso abbia l’immagine dipinta nel momento storico attuale, che si consuma voracemente nei flussi della comunicazione globale e connessa. La pittura di Giulio Catelli si sostiene su uno sguardo innamorato del quotidiano, che osserva con acume la realtà circostante e la impasta, nel colore sulla tela, senza enfasi e senza clamori, anzi rifuggendo da eccessi retorici, picchi emotivi, colpi di teatro per affidarsi a un lavoro di levigata e composta sapidità. 

orari di apertura


da lunedì al sabato 
h 9,30/12:30
  16:30/19:30

Orario del vernisage ore 18

Catalogo in galleria.


Curatori: Francesco Paolo del Re

Artista: Giulio Catelli

Di paesaggi distesi, di domeniche al parco e dell’eco un’estate assolata

La pittura. Per Giulio Catelli, una scelta identitaria profonda. Esprime con chiarezza un’idea del modo di essere nel mondo del pittore, del ruolo del suo lavoro nello scenario culturale contemporaneo e di quale peso abbia l’immagine dipinta nel momento storico attuale, che si consuma voracemente nei flussi della comunicazione globale e connessa. La pittura di Giulio Catelli si sostiene su uno sguardo innamorato del quotidiano, che osserva con acume la realtà circostante e la impasta, nel colore sulla tela, senza enfasi e senza clamori, anzi rifuggendo da eccessi retorici, picchi emotivi, colpi di teatro per affidarsi a un lavoro di levigata e composta sapidità. E così vengono annotati gli ariosi paesaggi marchigiani, pagine di un atlante della memoria personale e familiare in cui la visione si distende e anela tra sapienti stesure e imprevedibili rilievi, il microcosmo dei parchi e dei giardini della domenica romana e le scene marine di un’assolata e remota carnalità, con i bagnanti disposti come gli elementi di una natura morta, i movimenti distratti o la mollezza dei corpi offerti al sole incastonati in un blocco di luminosa lontananza, di sognata intangibilità senza tempo, cullati da una vaghezza nostalgica e nostalgicamente struggente. Il ruolo del pittore, si intuisce, non è quello di mero contabile o imitatore della realtà. Il dato reale viene setacciato attraverso la conoscenza della storia dell’arte, l’amore per la tradizione della pittura e la consapevolezza della lezione del novecento e poi l’esperienza quotidiana come misura di un racconto senza epica, ma pieno di pieghe e di grazia, e infine le passioni e la memoria. Non nostalgia, né calligrafia, la pittura oggi conserva e difende con forza la dignità di un linguaggio nobile e autonomo. Che può raccontare le sfumature del nostro essere umani e, in quanto umani, intessuti di desiderio e stupore. La pittura incanta il mondo con la meraviglia del colore e la forza del pennello. E, nel suo essere pittore, Giulio Catelli è magnifico cantore di un volo di sguardi che si leva ad abbracciare una smania di infinito e il piccolo mistero di una felicità senza nome, senza numero, paga soltanto di lasciarsi annusare per il breve brivido di un colpo di vento.

Francesco Paolo Del Re, ottobre 2015
 

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