Il dramma del palermitano rapito in Pakistan: "Non dimentichiamo Giovanni Lo Porto"
Il 19 gennaio 2012 il volontario, 40 anni, fu sequestrato nella regione del Punjab. Di lui non si sa più nulla. Organizzata una "manifestazione di rete": "New Free Italy", una pagina Facebook, ha chiesto a tutti di esporre sui propri profili la sua foto
Impotenza, rabbia, disperazione. Che fine ha fatto Giovanni Lo Porto? C'è un palermitano che da 24 mesi è prigioniero in Pakistan. Di qualche gruppo jihadista o banda criminale. Di lui, in realtà, non si sa assolutamente più nulla. Adesso gli amici del cooperante Italiano Giovanni Lo Porto lo vogliono ricordare con una "manifestazione di rete". L'obiettivo è quello di non far calare ulteriormente il silenzio sulla vicenda e riaccendere i riflettori.
"New Free Italy", una pagina Facebook, ha chiesto a tutti di esporre sui propri profili la foto di Giovanni. Due anni fa esatti il rapimento: proprio domenica c'è la triste ricorrenza. "Attraverso i giornali - spiegano gli amici - vogliamo chiedere alle istituzioni nazionali che si adoperino per questo giovane cooperante di pace affinché sia ritrovato e riportato nella sua Palermo,dai suoi amici dalla sua famiglia e da tutti noi che orgogliosi lo aspettiamo...''.
Lo Porto, 40 anni, è stato sequestrato il 19 gennaio 2012 a Multan, nella provincia centro-occidentale del Punjab, in Pakistan. Con lui anche un tedesco. I due che operavano con una ong che aiuta le popolazioni colpite dalle inondazioni nel sud della provincia, sarebbero stati portati via da uomini armati che li hanno obbligati a vestire Shalwar Kameez, l'abito nazionale pachistano.
Lo Porto, nato a Palermo, si è laureato alla London metropolitan University e alla Thames Valley University. Prima di collaborare con l'Ong tedesca Welthe Hunger Hilfe ha lavorato in qualità di 'project manager' con il Gruppo Volontario Civile, con Cesvi Fondazione Onslus, Coopi- Cooperazione Internazionale.
