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Immigrazione, Busetta: "Il Mediterraneo mare che unisce, non che divide"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

 “Attualmente in un anno nascono nel mondo mediamente circa 139 milioni di bambini: 14 milioni, 1 bambino su 10, mediamente più fortunati, nascono nel mondo economicamente sviluppato; 9 su 10 sono meno fortunati: 96 milioni nascono nel mondo a sviluppo intermedio, 30 nel mondo a sviluppo minimo. La demografia può quindi essere vista non soltanto come la manifestazione di un destino individuale, ma anche di un destino collettivo, di intere popolazioni assoggettate a una forte e prolungata denatalità o per converso a prolungata alta fecondità”. Lo ha detto il professore Antonio Golini, professore emerito a La Sapienza di Roma e Accademico dei Licei, nella lectio magistralis che ha aperto nel pomeriggio, a Palazzo delle Aquile, l’ottava edizione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, organizzata da Diste Consulting e Fondazione Curella, con il patrocinio del Comune di Palermo.

“Dei primi, i 14 milioni di nati nel mondo economicamente sviluppato – ha aggiunto Golini, uno dei più noti demografi europei - nel corso della loro vita alcuni saranno migranti al seguito o sceglieranno poi nel corso della propria esistenza di migrare alla ricerca di condizioni di vita più appaganti, considerate da molteplici punti di vista, rispetto a quelle, economicamente già mediamente soddisfacenti, in cui si trovano a vivere; si tratterà in questi casi di spostamenti assolutamente (o quasi) liberi, cioè di movimenti di persone, che si possono definire migrazioni propriamente dette. Dei secondi, 96 milioni, quelli nati in Paesi a sviluppo intermedio – ha proseguito Golini - migreranno una certa frazione, anche abbastanza elevata, considerando che alcuni di essi  non riusciranno a trovare nel luogo di origine nemmeno le condizioni che consentono loro la pura sopravvivenza e si tratterà in questi casi quasi sempre di “'migrazioni forzate'. Dei terzi, 30 milioni - ha continuato Golini - quelli nati nei Paesi a sviluppo minimo, migrerà o sarà spinta a migrare una frazione molto elevata di nuovo considerando che molti di essi non troveranno nel luogo di origine le condizioni che consentano loro e alle loro famiglie di sopravvivere; ma in molti casi la spinta resterà puramente teorica dal momento che spesso non avranno né troveranno le risorse economiche, né quelle psicologiche, né quelle socio-culturali per poter partire”.

Il tema delle migrazioni, degli uomini e donne in fuga dalle guerre e dalle persecuzioni, ma anche le migliaia di persone che si muovono tra i continenti o dei giovani che lasciano le loro città, le loro nazioni in cerca di realtà più favorevoli nelle quali costruire il loro domani. Sono questi i contenuti sui quali verteranno, con aspetti e approcci diversi, gli incontri di questa edizione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno che hanno come titolo Nessuno sceglie dove nascere! Ognuno può scegliere dove vivere?”.

Fino al 28 novembre, una settimana di incontri, conferenze, dibattiti con docenti universitari, ricercatori, economisti, sociologi, studiosi di migrazioni, di statistica e demografia, sindacati, con la Consulte delle Culture del Comune di Palermo: si parlerà di lavoro, di integrazione, di condizioni, di accoglienza, e qualità della vita dei migranti, di dialogo interculturale, ma anche si investimenti, finanza e credito per la crescita della Sicilia, delle nuove sfide per le Università del Sud; ed ancora di autonomie locali e nuovo sistema di contabilità, di ascesa e declino del Mezzogiorno. Ma anche di migrazione delle intelligenze, la cosiddetta “fuga dei cervelli” e di chi, facendo una scommessa, invece, ha deciso di tornare. Infine, sabato 28 la conclusione con il XXIX Osservatorio congiunturale “Nicolò Curella” che si svolgerà nella Galleria d’Arte Moderna.

“Gli  attuali esodi di massa diretti per mare o per terra verso l’Europa non sono peraltro il solo frutto della assai critica situazione siriana e medio-orientale, ma lo sono anche della straordinariamente intensa e diffusa povertà dell’Africa sub-sahariana, delle gravi e lunghissime crisi economiche, politiche e militari presenti  in particolare nel Corno d’Africa, della difficile e critica situazione libica – ha continuato Golini -. Tutti elementi che funzionano da poderosi elementi di push che agiscono con grande forza, più che mai quando li si confrontino con il benessere e la tranquilla situazione sociale dei Paesi dell’Unione europea che funzionano da forti elementi di pull”.

“L’Italia ha accolto, nel 2014, fra migranti e richiedenti asilo, 170 mila persone e i dati a tutto ottobre 2015 – ha sottolineato Golini - dicono che quest’anno saranno un numero solo un po’ inferiore. Lo sforzo per accogliere, sistemare, valutare (se si tratti di persone che hanno diritto in quanto rifugiati o richiedenti asilo a una protezione internazionale oppure no), gestire questa grande quantità di persone è davvero imponente ed è impensabile che possa essere sostento nella Unione europea principalmente da Italia e Grecia; e in Italia in primo luogo dalle sole regioni meridionali”, ha aggiunto il professore Golini.

Ad aprire i lavori a Sala delle Lapidi con i saluti il presidente del Diste Consulting Alessandro La Monica, Ines Curella, direttore generale Banca Popolare Sant’Angelo, Pietro Busetta, presidente Fondazione Curella e docente dell’Università degli Studi di Palermo.

“Il Mediterraneo non va visto come mare che divide, ma come mare che unisce – ha detto Pietro Busetta – L’Unione europea ha fatto una grande apertura nei confronti dell’Est dimenticando completamente il Sud del Mediterraneo e oggi ci ritroviamo con le problematiche che ormai conosciamo tutti”.

“Il tema delle migrazioni è di straordinaria attualità – ha affermato il sindaco Leoluca Orlando – I migranti ci stanno aiutando ad umanizzare la globalizzazione che è anche mobilità di esseri umani . La mobilità è ovvia se parliamo di merci e non se parliamo di persone”.

Sono seguiti gli interventi di Davide Cammarrone, scrittore e giornalista, Adham Darawsha, presidente Consulta delle Culture, Fabio Mazzola, pro-rettore vicario Università degli Studi di Palermo e presidente Nazionale Aisre, Aldo Schiavello, direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche e dello Sport - Università degli Studi di Palermo, Antonio Cinque, direttore Banca d’Italia sede di Palermo.

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