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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

E' morto Gigi Proietti: quando stregò i palermitani parlando in palermitano

Il noto attore romano è deceduto in una clinica romana intorno alle 5.30 nel giorno in cui compiva 80 anni. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Una volta disse: "Palermo è una città bellissima, misteriosa e con degli scorci meravigliosi"

Gigi Proietti non c'è più. E' morto all'alba di oggi nel giorno in cui compiva 80 anni. Il noto attore romano è deceduto in una clinica romana intorno alle 5.30. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Proietti era da giorni in clinica per problemi cardiaci. L'attore era stato ricoverato ieri sera in terapia intensiva dopo un malore nel tardo pomeriggio. Si trovava in clinica da qualche giorno perché non si sentiva molto bene, e stava facendo accertamenti per uno stato di affaticamento. Poi nel tardo pomeriggio di domenica ha avuto un malore, uno scompenso cardiaco. Più volte Proietti era stato protagonista a Palermo. L'ultima volta nel 2012 al Castello a mare per la stagione "Porto d'arte".

"Palermo è una città bellissima, misteriosa e con degli scorci meravigliosi", aveva rivelato l'attore romano. E i palermitani lo adoravano. Al punto da presentarsi in 10 mila per il Gigi Proietti show, in scena al Velodromo nel settembre del 2000. Uno spettacolo lungo quasi tre ore,  impossibile da dimenticare per chi c'era, in cui l'attore aveva ripercorso tutta la sua carriera, rispolverando i suoi cavalli di battaglia suoi mille personaggi. Risate, smorfie, gesticolazioni.

C'è un altro aneddoto che lega Proietti a Palermo. Prima dello show al Velodromo del 2000, il mattatore romano aveva fatto tappa nel capoluogo siciliano nel 1992 per inaugurare il teatro Al Massimo. Una puntata palermitana caratterizzata da uno spiacevole inconveniente perché il teatro non era ancora pronto e Proietti fu trasferito al Dante. Ma a Palermo Proietti era venuto anche con uno spettacolo "storico" come "Alleluja brava gente", datato 1970. "Ricordo che dovevo parlare una specie di dialetto siciliano - disse una volta in un'intervista a Repubblica - e avevo molte perplessità nel doverlo fare a Palermo. Pensai: adesso me tirano le sedie addosso. Per fortuna non andò così. Sostituivo Modugno e siccome venivo da tutt'altro tipo di teatro, quello che ce voleva l'astrologo pe capì, ero pieno di dubbi".

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