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Cronaca Villaggio Santa Rosalia / Piazza Sant'Orsola, 2

Furto d'arte al cimitero di Sant'Orsola: rubato il crocifisso dello scultore Caviglia dalla sua tomba

L'opera è stata sradicata dalla sepoltura gentilizia dove l'artista che ha operato a Palermo a partire dagli anni ’70 è sepolto dal 2015. La famiglia: "Palermo perde una nota di bellezza all'interno di un luogo di afflizione". La direzione: "Condanniamo l'episodio, ma non è facile controllare tutta l'area del camposanto"

Furto d'arte a Sant'Orsola. Sparita da una tomba di famiglia del cimitero di Santo Spirito una scultura realizzata dal noto artista Gioacchino Caviglia, lì sepolto. Si tratta di un crocifisso in bronzo alto circa 60 centimetri, raffigurante il volto di Cristo. L’opera è stata trafugata qualche settimana fa. Soltanto adesso però una parente, giunta lì per una visita, si è accorta della sparizione.

Il crocifisso sarebbe stato sradicato dalla tomba gentilizia dove è sepolto lo scultore palermitano morto nel 2015, che ha operato a Palermo a partire dagli anni ’70 e fino alla sua scomparsa. Anche la scultura saccheggiata era una sua opera. "Una vera e propria opera d'arte che adornava la lapide - spiega a PalermoToday Gabriele Ferrante, genero dell'artista - da più di due anni. Mio suocero per sua scelta personale è rimasto sotto traccia nell'ambiente palermitano. Ma era un maestro, quel crocifisso dunque aveva un grande valore, non solo affettivo". 

Caviglia, infatti, ha partecipato a numerose rassegne d'arte e ha esposto a Roma, Napoli, Milano, Genova, in vari paesi europei e negli Stati Uniti. Molte delle sue opere sono custodite in collezioni private e pubbliche, a New York, Monaco di Baviera, alla Pinacoteca di Villa Strozzi a Firenze. Negli anni '70 e '80, quando si spendeva ancora in opere d arte, molte sue opere sono andate sold out. Era intimo amico di Renato Guttuso e Piero Guccione. Ha avuto una galleria d'arte, L'agave, in via Maggiore Galliano. "Il crocifisso rubato - prosegue Ferrante - è un’opera matura, di grande intensità, un bronzo di magnifica fattura che esprime tutta la sofferenza del Cristo morente". 

Il cimitero di Sant'Orsola

Il furto è stato denunciato alla polizia che adesso indaga sull'accaduto. "Perdiamo dunque sia noi che la città un’opera importante che mia suocera - precisa - aveva magnanimamente voluto esporre per ornare e onorare la tomba del marito ma anche per renderla liberamente fruibile ai visitatori, una nota di bellezza all’interno di un luogo di afflizione e di mestizia. Questo crocifisso era attaccato a un blocco di marmo che hanno tentato di sradicare ma non ci sono riusciti. Abbiamo espresso le nostre perplessità alla direzione del cimitero di Sant'Orsola che non possiede un sistema di videosorveglianza e si è dichiarata non in grado di vigilare gli spazi cimiteriali così come si dovrebbe". 

Non si fa attendere la replica della direzione del cimitero di Sant'Orsola. "Parliamo di un cimitero ampio 19 ettari - specifica a PalermoToday Daniele Ingegnere, uno dei responsabili - dunque ben 190 mila metri quadri. Data l'estensione del cimitero, le telecamere si trovano solo nei luoghi sensibili come le camere mortuarie, gli uffici e la chiesa. C'è un controllo agli ingressi, i furgonati vengono controllati, così di giorno è difficile che questi tipi di furti possano andare a segno. In notturna, invece, vi è sempre una sorveglienza e come amministrazione abbiamo un controllo del plesso ministeriale, ma non su ogni singola sepolutra perché sarebbe impensabile".

Non è la prima volta che da un cimitero vengono rubati oggetti di metalli preziosi, dal rame al bronzo. "Possiamo dire tuttavia - conclude Ingegnere - che i furti in questo cimitero non sono all'ordine del giorno. Sono episodi di bassa microcriminalità che condanniamo. Diamo assoluta disponibilità alla famiglia, che non ci ha ancora contattato, a incontrarci. Così da valutare insieme eventuali dinamiche attraverso un sopralluogo. Se questo crocifisso era davvero così pesante, magari non è stato possibile portarlo via dal cimitero. La tempestività molte volte aiuta. Questi sono ad ogni modo episodi che condanniamo e cerchiamo di arginare". 

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