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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rubarono 300 chili di arance ma chiedono uno sconto di pena: "Eravamo disoccupati", no dei giudici

Il tentativo di furto è costato decisamente caro a tre imputati, condannati a 2 mesi e a 50 euro di multa. Erano ricorsi in Cassazione per avere le attenuanti generiche in relazione alla loro condizione di disagio economico, ma ora dovranno pure versare 3 mila euro alla Cassa delle ammende

Il tentativo di furto di 300 chili di arance, raccolte da una quindicina di piante, costa decisamente caro a tre imputati: non solo la Cassazione ha confermato la loro condanna a 2 mesi e 50 euro di multa, ma - ritenendo inammissibili i loro ricorsi - ha pure disposto per ciascuno di loro il versamento di 3 mila euro alla Cassa delle ammende.

Il tentato furto fu commesso da F. F., 32 anni, G. S. D. B., della stessa età, e A. M., di 39 anni, e risale a diversi anni fa. La prima sentenza di condanna, emessa dal tribunale di Termini Imerese, è del 19 novembre del 2018. Nel 2021 la Corte d'Appello aveva concesso un piccolo sconto agli imputati. I tre hanno decisdo di impugnare il verdetto, chiedendo tra l'altro il riconoscimento delle attenuanti generiche sia in relazione al loro comportamento processuale, ma anche perché sono disoccupati e vivono dunque una condizione di disagio economico. Questo - a loro dire - li avrebbe spinti a rubare le arance.

La quarta sezione della Suprema Corte, presieduta da Patrizia Piccialli, ha tuttavia ritenuto i ricorsi inammissibili e ha così confermato le condanne.

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