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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cefalù

Rubano mezzi da cantieri di Cefalù e Campofelice e li rivendono in tutta l'Isola: 9 arresti

Sono accusati di furto aggravato in concorso, ricettazione e riciclaggio. Una decina i furti contestati. Le indagini sono state avviate nel 2015. I carabinieri hanno recuperato mezzi per un valore di circa 300 mila euro

Rubavano autocarri e veicoli dai cantieri, alcuni a Cefalù e Campofelice di Roccella, per poi rivenderli ad altre imprese in tutta la Sicilia. I carabinieri di Cefalà, con i colleghi di Catania, Messina, Agrigento e Siracusa, hanno arrestato nove persone con l'accusa di furto aggravato in concorso, ricettazione e riciclaggio. L'operazione è stata denominata "Triade".

In manette sono finiti: Giovanni Messina, 43 anni, Sebastiano Pirrello, 51 anni, Cristian Foti, 30 anni, originario della provincia di Messina, Salvatore Litrico, 53 anni, (già detenuto a Ragusa), e Sebastiano Busacca, 20 anni (già recluso al Minorile di Catania), tutti domiciliati in provincia di Catania; Luca Coniglio, 38 anni, di Canicattì, e Carmelo Gambacorta, 64 anni, di Camastra, Aldo Scauzzo Taragnino, 43 anni, di Capizzi (Messina) e, infine, Stefano Breci, 36 anni, di Augusta.

Le indagini sono partite nel 2015 dopo il furto di autocarri e veicoli da cantiere all'interno di depositi e magazzini edili tra Cefalù e Campofelice di Roccella. Per gli inquirenti "sei degli arrestati erano preposti all'individuazione e alla selezione degli obiettivi da colpire e dei mezzi da rubare e procedevano materialmente alla commissione dei furti; Litrico e Coniglio avevano invece il compito di rivendere sul mercato ad altre imprese, spesso ma non sempre ignare della provenienza furtiva, i beni sottratti. Gambacorta doveva riciclare i profitti mediante la creazione di documentazioni e attestazioni false (fatture e certificati di conformità). Le indagini hanno permesso di accertare almeno una decina furti a loro carico in tutto il territorio siciliano e di recuperare parte dei mezzi rubati per un valore di circa 300 mila euro".

Per il comandante provinciale dell'Arma Antonio Di Stasio si tratta di un'operazione "frutto di una quotidiana ed efficace sinergia tra l’Arma e l'autorità giudiziaria. E' stata messa la parola fine a un’organizzazione criminale, specializzata nei furti dei mezzi d’opera e alla loro successiva ricettazione     che imperversava su tutto il territorio della Regione, interessando in particolare il capoluogo siciliano e i cui componenti provengono dalle tre province di Catania, Messina e Agrigento. Le modalità e la capillarità dei luoghi in cui si sono sviluppate le indagini dimostrano, ancora una volta, come le stazioni dell’Arma - grazie alla loro presenza su tutta la penisola e al secolare e solido legame tra le forze dell’ordine e i cittadini - si identifichino, non solo nella 'casa del Carabiniere', ma soprattutto nel luogo dove chiunque può recarsi per ricevere aiuto e sostegno, perpetrando nel tempo la convinzione secondo cui 'L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo'”.

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