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Lunedì, 18 Marzo 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Via Schiavuzzo

"Un applauso 'a picciridda", tutta la Kalsa batte le mani per l'ultimo saluto ad Antonella

Nella chiesa della Magione il funerale della bambina di 10 anni morta dopo una "sfida" su TikTok. In prima fila la mamma Chiara, le due sorelline e il papà Angelo che accarezzando la bara bianca continua a urlare: "Bimba mia". L'omelia dell'arcivescovo Lorefice: "Questa pandemia ha reso i nostri ragazzi più fragili"

Alle 11 la pioggia smette di scendere alla Kalsa. Come se anche il meteo sapesse quanto necessario fosse il sole nella mattina dell’ultimo saluto alla piccola Antonella Sicomero, morta dopo una tragica sfida su TikTok. I palloncini rosa e bianchi decorano il quartiere e anche la chiesa della Magione che da lì a poco ospiterà la messa d’addio. Il feretro bianco arriva da via Schiavuzzo, portato in spalla dai parenti che si caricano addosso tutto il peso dei suoi 10 anni appena.  Qualcuno chiama a raccolta i bambini presenti. Gli affida i palloncini da abbandonare liberi nel cielo mentre i botti dei fuochi d’artificio sparati in via Carlo Botta nascondono i singhiozzi dei pianti. “Un applauso ‘a picciridda”, urlano. E le mani iniziano a battere.

"In cielo potrai ballare quanto vorrai" | Video

Mamma Chiara siede in prima fila. La mascherina non arriva a nascondere i suoi occhi rigati dalle lacrime. Ad abbracciarla e sorreggerla papà Angelo. Accanto a loro le due sorelline. Si stringono le mani senza dirsi nulla. Accarezzano la pancia della mamma incinta come estrema consolazione: arriverà un’altra femminuccia. Davanti a loro, sul pulpito della chiesa a pochi passi dalla casa dove vivono, una bara contiene il corpicino della loro bambina. La chiesa è gremita in attesa dell’omelia dell’arcivescovo Corrado Lorefice. C’è anche il sindaco Leoluca Orlando insieme all’assessore Giovanna Marano. Nonostante la zona rossa, tutti nel quartiere vogliono stringersi intorno a questi due genitori che devono affrontare la sfida peggiore di tutte: sopravvivere a una figlia. Fiori bianchi e rosa, come bianche e rosa sono le magliette con il volto di Antonella stampato a colori che ricoprono il feretro. Qualcuno le porta una rosa di peluche che non appassirà mai.

“Rimarrai per sempre nei nostri cuori” è la frase impressa nelle magliette di cotone che indossano i compagni di classe di Antonella che frequentava la quarta elementare della scuola Perez Madre di Teresa di Calcutta, ma anche Chiara e Angelo Sicomero che ancora - e forse mai - sapranno “perché”. Ed è da questo semplice interrogativo che parte l’omelia di monsignor Lorefice. “Siamo attoniti accanto al corpo senza vita di Antonella. La vita le è stata rubata. Una bambina di dieci anni. Nello strazio del papà, della mamma, delle sorelline. In uno strazio che è il nostro, davanti a questo vuoto tragico. Sembra impossibile. Sembra un sogno dal quale abbiamo fretta di svegliarci. Ma non è così. Antonella è qui, con il suo corpo consegnato troppo presto, troppo prematuramente a colui che è il padre di tutti. E quanta voglia abbiamo di gridare a lui, che è padre ‘perché?’.

Qualcuno ha spinto la piccola Sicomero a partecipare alla challenge che le è stata fatale? Non è dato saperlo ancora, anche se è un’ipotesi al vaglio degli inquirenti. “Antonella era così piccola, così indifesa” ricorda infatti Don Corrado, con la voce spezzata dall’emozione. “Cercava forse degli amici per cominciare il suo viaggio? Il viaggio di ogni bambino, di ogni bambina, dalla casa al mondo. Cercava amici o amiche per fare questo passaggio così difficile e pieno di fascino. Ha trovato amici sprovveduti e, forse - ipotesi crudele -, anche qualche adulto pronto a strumentalizzare questo desiderio. Questa pandemia ha reso i nostri ragazzi più fragili - prosegue ancora l’arcivescovo - più impauriti. Vogliono diventare adulti, vogliono crescere da soli senza genitori, per sentirsi grandi. E i genitori, a volte, si sentono a disagio, perché i figli non vogliono più essere bambini, vogliono prendere il volo, sganciarsi, malgrado la fragilità, malgrado la paura”.

Mentre portano in grembo una nuova vita che tra qualche settimana verrà alla luce, grazie agli organi che hanno scelto di donare anche altre vite saranno salvate e la loro Antonella continuerà a vivere. E Lorefice, a questo, fa infatti un plauso: “Voi credete e avete creduto nella forza dell’amore, nella bellezza del donare. Perché viene la morte, ma l’amore non finisce. Viene la morte, ma la vita non è sconfitta per sempre”. I saluti finali sono affidati al parroco della Magione, monsignor Salvatore Grimaldi. “Scusami se guardo la bara, ma noi umani abbiamo bisogno di toccare e vedere. Lì c’è solo il tuo corpo ma il tuo spirito vibra già nel cielo”.

I funerali di Antonella Sicomero alla Kalsa

Il silenzio è rigoroso. Tutti si aggrappano alla fede per trovare consolazione. “E’ arrivato il momento di salutarti. Inizia il tuo viaggio verso il paradiso. Ma tu sarai sempre con noi perché ti amiamo e ti ameremo sempre. Certo, ci mancheranno la tua bontà, la tua innocenza, il tuo modo di essere. Mi mancherà la tua presenza qui in chiesa la domenica mattina, mancherai alle catechiste e alla tua famiglia, ai tuoi compagni, ai tuoi amici. Perché eri veramente bella. Solare, gioviale, disponibile in tutto. Lasci qui sulla terra tanta gente che ti vuole bene. Ma in cielo troverai tante altre persone che ti vorranno molto più bene di noi. Non sarai un angelo ma molto più di un angelo. Sei un’anima pura. Oggi c’è dolore qui in terra, ma grande festa in paradiso. Scusa per gli errori commessi nei tuoi confronti”.

Il feretro lascia la Magione. Una donna canta l’Ave Maria mentre Chiara e Angelo Sicomero accarezzano la bara di Antonella chiamandola “bimba mia”. Prima della sepoltura al cimitero di Sant’Orsola farà una piccola sosta davanti alla scuola nel cuore della Kalsa. E’ tempo dell’addio. Quindi del silenzio scandito solo da un lungo applauso. Lo ha invocato la gente della Kalsa che Antonella l’ha vista crescere. “Un applauso ‘a picciridda”. E intanto il sole di una mattinata di pioggia ha asciugato le lacrime, mentre in cielo vengono liberate le colombe e i palloncini bianchi volano in alto.

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