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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il Coronavirus torna a spaventare gli ospedali: focolai al Policlinico e a Villa Sofia

Nel reparto di Medicina d’urgenza del nosocomio universitario in sei giorni sono emersi 24 casi tra degenti e medici: deciso lo stop dei ricoveri e l'isolamento degli ultimi 7 pazienti rimasti in corsia. A Villa Sofia undici contagi tra ricoverati e sanitari dell'Osservazione breve intensiva

L’esito degli ultimi tamponi molecolari è arrivato nella notte: un medico e un'infermiera della Medicina d’urgenza del Policlicnico sono risultati positivi al Coronavirus. Focolaio nell’ospedale universitario dove, in sei giorni, sono emersi nel reparto 24 casi di contagio. Questo ha portato la direzione sanitaria a imporre il blocco dei ricoveri, isolando contestualmente gli ultimi 7 pazienti rimasti in corsia. Preoccupazione tra il personale, costretto a fronteggiare la pandemia senza i dispositivi di protezione individuale utilizzati nei reparti dedicati ai pazienti Covid. “Questa purtroppo - spiega un medico - è la conseguenza, ampiamente prevedibile, delle ‘aperture’ concesse per le festività. Durante il primo lockdown non ci siamo trovare a dover affrontare situazioni del genere”.

All’inizio dell’anno le persone ricoverate nell’astanteria erano 23, sedici delle quali trasferite in altri reparti o ospedali allestiti per l’emergenza Coronavirus. Due invece quelle finite in terapia intensiva per l’aggravarsi delle loro condizioni. I primi casi di contagio sono emersi proprio nel giorno di Capodanno, dopo i tamponi - eseguiti sempre con maggiore frequenza per circoscrivere eventuali focolai - fatti a tre infermiere e un operatore sociosanitario che hanno lavorato nello stesso turno. L’indomani sono emersi altri 7 positivi: 4 pazienti (subito trasferiti), 2 familiari accompagnatori e un medico specializzando. Di fronte a questa situazione il risk management e la direzione sanitaria hanno impedito nuovi ricoveri, disponendo anche l’esecuzione dei tamponi di controllo con maggiore frequenza (ovvero ogni 24-48 ore).

Nei giorni successivi, nonostante le precauzioni adottate ma giudicate non sufficienti da medici e infermieri, la situazione è precipitata. Altri due operatori sociosanitari infatti sono risultati positivi e con loro altri 9 pazienti (dei 17 rimasti in reparto). L’obiettivo ora sarebbe quello di circoscrivere il focolaio, puntando alla riapertura del reparto. "C’è stata qualche leggera pressione in tal senso - aggiunge un medico - perché gli ospedali siciliani sono in sofferenza e avere un reparto in meno comporta non pochi problemi. Invece è necessario oggi individuare eventualmente gli ultimi casi, sanificare completamente la Medicina d’urgenza, tamponare tutti e solo allora riaprire".

Undici casi anche a Villa Sofia

Nel reparto di Osservazione breve intensiva che si trova nel pronto soccorso di Villa Sofia sono stati riscontrati in pochi giorni 11 positivi al Covid-19, tra pazienti e sanitari. Il punto di emergenza che accoglie pazienti non Covid è rimasto chiuso per consentire il trasferimento dei degenti nelle aree Covid e per la sanificazione dei locali. Le ambulanze del 118 sono state dirottate temporaneamente in altri ospedali come Policlinico, Buccheri La Ferla, Civico e Ingrassia. Al momento anche all’ospedale Cervello non ci sarebbero altri posti disponibili letto per i pazienti Covid.

Tra i pazienti contagiati anche un uomo 76 anni, trasferito recentemente da Villa Sofia al Cervello: "E' stato per circa 30 giorni - spiega un familiare - nel reparto di lungodegenza e ieri è risultato positivo. Era entrato tramite pronto soccorso l'8 dicembre e dopo diversi tamponi negativi, effettuati prima e durante il ricovero, lo hanno portato in un ospedale dedicato ai pazienti Covid. Sono convinta che il contagio sia avvenuto all'interno, viste le forti restrizioni per accedere al reparto, fatta chiaramente eccezione per il personale sanitario".

Dall'azienda sanitaria precisano che il pronto soccorso non è stato chiuso e che "sono stati riscontrati, nella notte, alcuni casi di pazienti positivi a Coronavirus in area del pronto soccorso (a seguito della ormai fisiologica attività di rilevazione dei tamponi) e, pertanto, si sono tempestivamente attivate le procedure di sanificazione, in corso delle quali si è congruamente, in un primo momento, limitato l’accesso ai soli codici rossi, proprio per consentire l’espletamento di tali procedure e isolare i positivi. Rispetto a questo dato - concludono da Villa Sofia - in atto si sono aperti anche gli accessi ai codici minori e la situazione è pertanto pressoché tornata alla normalità”. 

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