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Cronaca

"Ragazzine scapparono di casa per sfuggire a botte e insulti": rinviati a giudizio i genitori

La denuncia delle due sorelle, di 12 e 14 anni, risale a luglio dell'anno scorso, quando furono ritrovate dalla squadra mobile. Sarebbero state ripetutamente picchiate e costrette anche ad occuparsi della casa dalla madre e dal suo nuovo compagno

Stanche di sopportare botte, insulti e maltrattamenti, ad appena 12 e 14 anni, decisero di scappare di casa e di raccontare poi alla squadra mobile le vessazioni che avrebbero subito per anni dalla madre e dal suo nuovo compagno, che furono arrestati a luglio dell'anno scorso. Adesso, come richiesto dal sostituto procuratore Giorgia Righi, che aveva coordinato l'inchiesta con l'aggiunto Annamaria Picozzi, l'uomo e la donna sono stati rinviati a giudizio dal gup Clelia Maltese: per lui, 47 anni, il processo inizierà in tribunale nelle prossime settimane, mentre lei, di 32, ha scelto il rito abbreviato.

Le ragazzine riferirono agli investigatori che sarebbero state anche costrette ad occuparsi della casa e che sarebbero state picchiate ripetutamente, in un contesto di miseria e degrado, e senza che la madre intervenisse mai per difenderle e proteggerle, ma anzi dando qualche volta manforte al compagno. Accuse che la donna ha sempre respinto, definendo l'uomo come "un compagno esemplare".

Era stata proprio l'imputata a denunciare la scomparsa delle figlie, che furono ritrovate dopo qualche giorno e svelarono i motivi che le avrebbero spinte a scappare, al culmine dell'ennesima aggressione, a loro dire. Inoltre, secondo la polizia, la più piccola avrebbe avuto al collo dei segni compatibili con un tentativo di strangolamento.

Si era poi anche scoperto che qualche tempo prima una delle ragazzine era stata accompagnata in ospedale con un braccio rotto, ufficialmente in seguito ad un "incidente domestico". Per la Procura, però, quella frattura sarebbe  stata determinata dalle botte inflitte dall'imputato.

Durante l'incidente probatorio, una delle presunte vittime ha ridimensionato il suo racconto, negando di essere stata maltrattata dalla madre e dal suo compagno. La Procura ha comunque chiesto e ottenuto il processo per entrambi.
 

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