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L’Unesco può attendere, ferma la gara per il restauro del Castello di Maredolce

Quando sembrava ormai vicino l'avvio dei nuovi lavori di ristrutturazione, dopo le demolizioni delle case abusive nello scorso maggio, ecco che tutto sembra essersi arenato

Non c’è pace per il Castello di Maredolce. Quando sembrava ormai vicino l’avvio dei nuovi lavori di ristrutturazione, dopo le demolizioni delle case abusive nello scorso maggio, ecco che tutto sembra essersi arenato. L’appalto era stato aggiudicato il 20 gennaio scorso, ma per un ricorso della ditta arrivata seconda, tutto si è fermato.

Lo ha confermato a Palermotoday, Lina Bellanca, dirigente responsabile per i beni architettonici della Soprintendenza di Palermo. “La gara è in standby per un ricorso – ha dichiarato – è già sorto un precontenzioso poiché la seconda ditta in graduatoria ha fatto opposizione. Non sappiamo quando la situazione si sbloccherà. Purtroppo, nonostante si voglia andare avanti con il recupero del bene, spuntano sempre nuovi ostacoli”.

Per il rifacimento della corte interna, dove fino a qualche mese fa sorgevano le abitazioni abusive delle famiglie fatte sgomberare la scorsa primavera, sono stati stanziati 350 mila euro. L’impresa che si è aggiudicata l’appalto, selezionata tra quindici partecipanti, è la Lithos srl di Venezia. Adesso, però, si dovrà attendere che il contenzioso faccia il suo corso, col rischio di ritardare a tempo indeterminato la prosecuzione dei lavori di restauro.

Si allontana, così, la speranza di un prossimo inserimento del Castello di Maredolce nel percorso Unesco arabo-normanno. Il monumento, pur essendo uno dei più straordinari esempi di architettura islamica della città, fu escluso dall’itinerario anche per la presenza delle case abusive al suo interno. “È una vergona che ancora oggi il palazzo rimane nascosto dalle palazzine di via Giafar, nessuno passando da lì riesce a vederlo", denuncia Antonio Ortolano, presidente dell’associazione culturale Maredolce, da anni attivo per la riqualificazione del monumento e dello storico parco circostante.

“Ormai tutti nella zona sanno che prima o poi le case che nascondono il monumento verranno espropriate e demolite – ha spiegato Ortolano a Palermotoday - . Il proprietario è anche disposto a vendere, ed ha più volte sollecitato la Soprintendenza ad acquisirle, ma ancora nulla è stato fatto. Noi continueremo a batterci affinché il bene venga valorizzato come merita, insieme a tutto il parco. Vogliamo riportare l’acqua nel lago, non è un’utopia, è qualcosa di realizzabile. L’area potrebbe diventare il fiore all’occhiello della città”. 

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