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Cronaca

Il pregiudicato, il poliziotto e l'infermiera in fila per un finto vaccino: "L'ha buttato nella bambagia"

Le intercettazioni dell'inchiesta che ha portato a tre fermi. Sono almeno 14 le persone che avrebbero pagato per evitare l'inoculazione del medicinale ma il giro sarebbe molto più vasto. Qualcuno temeva che l'indagata non avesse "rispettato i patti": "A mia mi fa male u vrazzu...". L'inchiesta nata da un controllo al porto

Sarebbero 14 i "finti vaccinati" che si sarebbero rivolti all'infermiera del Civico Anna Maria Lo Brano, in servizio all'hub della Fiera (che è totalmente estraneo ai fatti), tra di loro anche una sua collega impiegata nella stessa struttura, un poliziotto di un commissariato cittadino e persino un pluripregiudicato, oltre all'attivista no vax Filippo Accetta e a Giuseppe Tomasino che stamattina, su disposizione del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Felice De Benedittis, sono stati fermati dalla Digos, guidata da Giovanni Pampillonia. Dalle intercettazioni emergono non solo i timori dei due indagati di poter essere stati vaccinati veramente dall'infermiera (e "i patti non erano questi"), ma anche i contatti tra i vari pazienti che avrebbero voluto ottenere il green pass senza tuttavia fare realmente l'iniezione. Cosa che Lo Brano avrebbe garantito in cambio di 400 euro, semplicemente svuotando in una garza il farmaco contenuto nelle sirighe.

L'inchiesta nata da un controllo al porto

E' molto probabile che questa sia solo una piccola parte dell'inchiesta e che il giro di finti vaccini, con relativo rilascio della certificazione ormai necessaria per svolgere la maggior parte delle attività, sia molto più vasto. L'indagine è nata dopo che la polizia di frontiera, il 29 settembre, aveva fermato e controllato al porto Accetta e i suoi figli e gli agenti si sarebbero insospettiti per i green pass, attestanti l'esito negativo dei tamponi, che a loro avviso sarebbero stati alterati. Da lì sono state avviate le intercettazioni, finché non sono state pure piazzate delle telecamere nei box dell'hub dove era in servizio l'infermiera e che avrebbero filmato le finte inolculazioni, che sarebbero avvenute tra il 10 novembre ed il 14 dicembre.

"Nnà bambagia c'u vitti iccari..."

Proprio il 10 novembre Accetta avrebbe "ricevuto" la prima dose e Tomasino gli chiedeva: "Rimmi una cosa, a mia mi fa male un pochettino u vrazzu, a tia ti fa male sulu u vrazzu?" e l'altro rispondeva: "No a mia un mi fa male niente". Tomasino aggiungeva: "Però viri ca io nnà bambagia c'u vitti iccari...". Eppure avrebbe avuto dei dubbi e temuto di poter essere stato vaccinato per davvero: "Io mi scantu ca chista... Io ci vuogghiu fari u iocu ri tri carti" e Accetta: "Stasira me figghiu a prima cosa ca mi rissi: 'Papà io mi sento male, m'abbrucia picchì c'u iccò, capisti?'. Ora viriemu nzuoccu rici ora idda pi telefono". Tomasino indagava ancora: "Ma lui come si sente fisicamente, picchì ci avissi a venire a febbre, qualche dolorino" e Accetta affermava: "Allora a prima dose un fa niente, non è che però prova bruciore, hai capito?".

"Non rispetta i patti"

La conversazione tra i due proseguiva e Tomasino diceva: "Si ci u fici non è ca c'u po iri a livari, comu c'ha sfili?" e Accetta: "Appunto, no, non rispetta i patti, hai capito?" e l'altro: "E io mi scanto si idda rici ca insiste ca un c'u iccò", ma il leader no vax insisteva: "E vabbè, idda l'avi a dire però e poi viriemu se è vero o unnè vero, picchì si viri se è vero, stai tranquillo". Ma Tomasino non si convinceva: "E comu u capisci, Filì? U po capiri ca ci po bieniri a frievi" e l'interlocutore conveniva: "Bravo, però idda ti l'avi a diri uora ca unnè bieru, hai capito?" e Tomasino: "No io minchia ci staiu arristannu un pochettino pure male...".

"A mille per mille sono crisi di panico"

Successivamente Tomasino richiamava Accetta per rassicurarlo: "Filì uora ci parravu, arristò sbalordita di quello (...) 'io sono sicura dei miei fatti, quello che lui sta provando in questo momento sono crisi di panico'... A mille per mille, anzi, circava all'avutru to figghiu, rici: 'Minchia ma io u vitti chistu e unu vitti cchiù". E aggiungeva: "Io ci rissi chidda fici u trasi e niesci la prossima volta fammi un favore dovete avere a che fare con me picchì chidda è tutta confusionaria, dice l'avete vista, entrava ddà, ti vinni a pigghiari puru io, tranquillamente... Mi ha giurato e contragiurato... E' crisi di panico, to figghiu che si sta prendendo... Picchì io ci rissi: 'Mi fa un pocchettino male il braccio...'. Fammi sapere se il ragazzo sta male, però viri ca è stata sincera nel parlare... Chidda è cchiù seria, mi ha detto: 'Vai tranquillo, al mille per mille, crisi ri panico su'... L'ho vista molto sincera però, giustamente, a manu nnò fuoco un c'ha miettu, io posso dire quello che ho visto io su di me".

"A sicunna dosi l'amu a fari"

Il 17 novembre Tomasino raccontava ad Accetta: "No ma non fu idda, mi telefonò l'avutra e infatti rumani su ccà e rui e mienza, picchì secondo me vuole cafuddari pu fattu ra sicunna (dose, ndr), u capisti? E chidda mi rissi: 'Lassala parrari rumani, calaci a tiesta e poi ne parliamo'... Nuatri semu destinati p'a sicunna... A sicunna secondo me l'amu a fari però chidda mi fici capiri che ri ddà banna nni fa risparmiare u capisci, sintiennu i campane...". Ma Accetta non sembrava per nulla propenso a fare la seconda dose: "Ma che dici, chi stai riciennu? Ma scusa ma nuatri arristamu raccussì e semu a posto...".

"Altri 400 euro? Mica i soldi vengono dall'aria!"

Il 26 novembre l'infermiera avrebbe detto a Tomasino: "La seconda dose perché non subentriamo noi, a voi quella vi aveva detto 4 (cioè 400 euro, ndr) per tutti?" e lui rispondeva: "Sì ma dobbiamo pagare altri 400 euro?". L'indagata: "Io parlo col dottore". Accetta commentava: "Eh io ho pagato 450 euro" e Tomasino: "Per quattro è un padre di famiglia, è giusto? Tra l'altro pure lui se l'è addossata, non gli posso mica dire... i soldi vengono dall'aria".

"Eravamo rimasti che con uno eravamo a posto"

Accetta non avrebbe voluto sborsare altri soldi: "Ma chi dici, ma non erano questi i patti scusa, un minuto, i patti non erano questi... E scusa un attimo, noi eravamo rimasti con uno ed eravamo a posto... ora è venuto fuori due (cioè due dosi, ndr) e io che colpa ne ho?" E ancora: "Certo è normale, io non è che io mi talio a sacchetta e dico va bene o non va bene, t'anno fu detto d'accussì, va bene, non è che voglio andare meno all'obbligo, ci mancherebbe, ma l'avia a sapiri".

"Si futtieru tutti i picciuli e a patata cavura l'aiu io ne manu"

Il 19 novembre Lo Brano si lamentava con un'amica: "Si stanno comportando di merda, sai, gli amici suoi... meno male ca t'allontanasti perché non era cosa per te completamente, io sto parlando di Giuseppe, non mi piace come persona, per quello che gli ho sentito dire, per ora cu 'stu cazzo di vaccinazione, non vedo l'ora di libarimili ravanzi a chisti... Ora glielo dico bello chiaro nella faccia si futtieru i picciuli tutti iddi, io mi sono presa solo quello dei tamponi, si futtieru tutti pari pari i picciuli e a patata cavura l'aiu io ne manu... Me li devo levare di davanti a questi".

"Mi sono convinto a vaccinarmi, la vengo a salutare?"

Dalle riprese video all'interno della Fiera gli investigatori sono riusciti ad individuare altre persone che si sarebbero sottoposte alla vaccinazione soltanto per finta. Tra di loro anche un pluripregiudicato, che si sarebbe messo in contatto con l'infermiera con la mediazione di un medico, ma anche un'altra infermiera in servizio nell'hub. Una donna avrebbe poi brigato per sua figlia: "L'importante è che ci sei tu, perché mia figlia già è in ansia, paura, le solite cose... ha dato di testa", diceva all'infermiera. Tra i finti vaccinati anche un poliziotto, che avrebbe chiamato direttamente l'indagata dicendole: "Buongiono, mi sono convinto a vaccinarmi, ma lei è qua che la vengo a salutare?". E poi, come gli altri, non avrebbe ricevuto il medicinale che sarebbe stato buttato prima dell'inoculazione.
 

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