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Cronaca Addaura

I Cittadini per la Memoria del Fare ricordano Falcone sulla scogliera del fallito attentato all'Addaura

Stamattina breve momento di riflessione sul lungomare Cristoforo Colombo, in prossimità della villa in cui - nel giugno 1989 - "artificieri" al soldo di poteri senza volto, collegati a Cosa nostra, provarono a uccidere il magistrato caduto tre anni dopo nella strage di Capaci

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

I Cittadini per la Memoria del Fare hanno ricordato questa mattina il magistrato Giovanni Falcone e gli agenti trucidati nella strage del 23 maggio 1992 con un breve momento di riflessione sul lungomare Cristoforo Colombo, all’Addaura, in prossimità della villa in cui - nel giugno del 1989 - "artificieri" al soldo di poteri senza volto, collegati a Cosa nostra, collocarono sulla scogliera un borsone contenente 58 candelotti di esplosivo.

L’attentato al magistrato palermitano fallì perché un agente di scorta a Falcone si accorse del borsone sulla scogliera e diede l’allarme. Per la prima volta un gruppetto di cittadini senza sigle alle spalle, e rispettando le normative anticovid, prima tra tutte indossando la prescritta mascherina, ha scelto di onorare la memoria di Giovanni Falcone e degli agenti uccisi tra Isola delle Femmine e Capaci, non dove la mafia pose fine alla vita del magistrato, della moglie e dei poliziotti, non davanti all’albero “Falcone” di via Notarbartolo dove risiedeva il magistrato, ma nell’area in cui è stato compiuto un disegno criminoso che oggi risulta non ancora completamente definito in chiave  giudiziaria.

All’Addaura il giudice Falcone aveva preso in affitto una villa per trascorrervi le vacanze estive. Quel 21 giugno 1989 erano ospiti di Falcone i giudici svizzeri Carla del Ponte e Claudio Lehmann con i quali stava svolgendo accertamenti sul riciclaggio del denaro sporco nell’ambito di uno dei filoni dell’indagine "Pizza connection".

"Se non saranno svelati tutti i misteri di questo, come di altri, gravissimi episodi della storia della nostra Repubblica - ha osservato il giornalista Leone Zingales, promotore di Cittadini per la Memoria del Fare e che, insieme con il collega Giuseppe Lo Bianco, si è soffermato stamane sul lungomare dell'Addaura - è davvero inutile affermare che la lotta alla mafia, nel dopoguerra, è stata portata avanti a 360 gradi. Non basta avere individuato un sostanzioso numero di appartenenti all’organizzazione logistico-militare della mafia siciliana. In questo tratto di costa della provincia di Palermo quel lontano 21 giugno 1989 non sarebbero stati impiegati soltanto uomini di Cosa nostra. Falcone parlò a caldo di 'menti raffinatissime' quando gli fu chiesta l’origine di quel fallito attentato. Ed è soltanto svelando il 'chi è' di queste misteriose 'menti raffinatissime' indicate da Falcone, che lo Stato può essere certo di avere affidato alla storia la soluzione di una tragica e inquietante vicenda, prodromica alla stagione delle stragi del 1992-93".

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