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Cronaca

"Estorsione aggravata", il gip dispone l'imputazione coatta per Miccoli

L'ex attaccante rosanero, coinvolto nell'indagine che ha portato a processo Mauro Lauricella, secondo Fernando Sestito avrebbe favorito Cosa nostra. Lo scorso 29 settembre era stata richiesta l'archviazione

Imputazione coatta per Miccoli. Lo ha disposto il gip Fernando Sestito con l'accusa di estorsione aggravata dal fatto di aver favorito Cosa nostra. Il giudice non ha accolto la richiesta d'archiviazione per l'ex attaccante rosanero, coinvolto nell'indagine che ha portato a processo Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino, con l'accusa di concorso in estorsione. La Procura di Palermo ci aveva già provato ad aprile, ma lo stesso gip respinse la prima richiesta.

Al calciatore vengono contestate alcune intercettazioni telefoniche e frasi scritte in un sms: “Gli diamo diecimila euro a loro e due te li tieni tu”, avrebbe detto Miccoli a Lauricella. Ma il leccese ha sempre smentito di aver "aiutato" Lauricella e Alioto nella presunta estorsione.

L'inchiesta condotta dalla Dia. Fra il 2010 e il 2011, Andrea Graffagnini, all'epoca gestore della discoteca di Isola delle Femmine "I paparazzi", sarebbe stato vittima di pressioni da parte di Mauro Lauricella che avrebbe tentato di recuperare un credito avanzato dal nuovo socio del locale, Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo. Ed è qui che entra in scena l'ex capitano rosanero, accusato di aver chiesto l'intervento del figlio del boss della Kalsa Antonino, con cui era amico, per aiutare Gasparini a riscuotere il denaro. Lauricella - difeso da Giovanni Castronovo - è stato condannato a un anno in un altro processo ma non per estorsione aggravata, come aveva chiesto il pm Maurizio Bonaccorso, ma per violenza privata aggravata. 

MICCOLI IN AULA - Lo scorso 16 maggio, l'ex capitano rosanero ha testimoniato al processo contro il figlio di Antonino detto "U scintilluni" ed ha dichiarato: "Non sapevo che Lauricella fosse figlio di un boss. Mi divertivo con lui e gli voglio bene. Sono stato sei anni a Palermo e sono andato tre volte in discoteca, sempre con Mauro. Avendo saputo che il fisioterapista aveva qualche problema con questi della discoteca - ha spiegato l'ex bomber rosanero - mi è venuto spontaneo parlare con Mauro. Non sapevo di cosa si trattasse e mi sono poi disinteressato". 

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