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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"E' evaso più volte dai domiciliari ma lo faceva per accudire la fidanzata malata": assolto

L'imputato, originario della Noce, era recluso in casa ma aveva il permesso di allontanarsi per alcune ore dal lunedì al venerdì per seguire dei corsi serali al fine di conseguire il diploma. I carabinieri però non lo trovarono a scuola e lo arrestarono. Come poi si è scoperto, marinava le lezioni ma solo per sostenere la donna: "Non è punibile"

Era agli arresti domiciliari ma aveva l'autorizzazione per seguire dei corsi serali, volti al conseguimento del diploma di maturità. Lezioni che, però, come avevano ricostruito i carabinieri, avrebbe più volte marinato, violando di fatto la misura cautelare. Era per questo finito a processo per evasione, Antonino Pisciotta, 45 anni, ma ora il giudice ha deciso di assolverlo, ritenendolo non punibile per la particolare tenuità del fatto: si è scoperto infatti che l'uomo effettivamente non andava a scuola, ma che lo faceva per potersi occupare della fidanzata, in quel periodo affetta da una grave patologia invalidante, sostituendola anche nel suo lavoro di pulizie a domicilio, che altrimenti avrebbe rischiato di perdere. Una storia d'amore, dunque, più da libro "Cuore" che da codice penale.

Il giudice della terza sezione del tribunale monocratico, Fabrizio Lo Forte, che ha processato l'imputato, originario della Noce, con il rito abbreviato ha accolto le tesi degli avvocati Domenico Trinceri e Daniele Abbate, respingendo la richiesta di condanna a 8 mesi di reclusione formulata invece dalla Procura.

Pisciotta era finito agli arresti domiciliari con un'accusa abbastanza grave, favoreggiamento aggravato dall'aver agevolato Cosa nostra (reato dal quale è stato poi però assolto in primo grado). Su richiesta dei suoi difensori, aveva ottenuto a ottobre del 2019, l'autorizzazione del giudice per allontanarsi da casa e seguire dei corsi serali al Vittorio Emanuele III, in modo da potersi diplomare. Nello specifico, l'imputato poteva uscire dal lunedì al venerdì tra le 16.40 e le 21.40. 

Ogni volta che usciva e rientrava, come previsto e come hanno confermato i carabinieri durante il processo, lo comunicava. Solo che il 3 dicembre, durante un controllo nell'istituto superiore, Pisciotta non era stato trovato al suo posto, in classe. Da lì si era ricostruito che era mancato parecchie volte sin dal mese di ottobre. L'uomo, tra l'altro, quel giorno non venne trovato neppure a casa sua. Si presentò poi intorno alle 19.45 a scuola, dove trovò i militari che lo arrestarono quindi per evasione.

Già durante l'interrogatorio, l'imputato aveva spiegato che avrebbe saltato le lezioni per aiutare la sua fidanzata, affetta all'epoca da una grave patologia invalidante e sottoposta a cure pesanti. Una versione che era stata confermata dalla donna, che aveva chiarito che il suo stato di salute le impediva di lavorare e così Pisciotta in quei mesi l'aveva sostituita anche nella sua attività (faceva pulizie a domicilio) per non farle perdere la sua unica fonte di reddito e consentire di "guadagnare qualcosa per sopravvivere".

Il giudice ha ritenuto sussistente la "causa di non punibilità", sia per "le motivazioni sottese alla condotta posta in essere dall'imputato, non indicative di un dolo di particolare intensità, sia per le concrete modalità della condotta, e, in particolare il fatto che Pisciotta avesse comunque sistematicamente comunicato ai carabinieri preposti ai controlli gli orari di uscita dalla propria abitazione e di rientro e si fosse comunque attenuto al rispetto degli orari indicati nel provvedimento autorizzativo". Elementi "tali da non denotare una significativa lesione del bene giuridico protetto né da implicare una allarmante frustrazione delle esigenze cautelari sottese alla misura all'epoca applicata". Detto più semplicemente: se davvero avesse voluto evadere dai domiciliari, certamente non avrebbe avvertito i carabinieri.

Peraltro, come rimarca ancora il giudice nella sentenza, la misura era legata "a un procedimento per favoreggiamento aggravato dall'aver agevolato Cosa nostra per il quale Pisciotta è stato recentemente assolto in primo grado". Così il tribunale ha riconosciuto la particolare tenuità del fatto ed ha assolto Pisciotta dall'accusa di evasione. 

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