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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Partinico

Estorsione e diffamazione, la Procura chiede 11 anni e mezzo per Pino Maniaci

La requisitoria si è svolta davanti al tribunale monocratico. Per gli inquirenti il giornalista di Telejato avrebbe chiesto soldi ai sindaci di Borgetto e Partinico per assicurarsi una linea morbida da parte dell'emittente. L'imputato ha sempre respinto le accuse. La difesa: "Pena spropositata"

Undici anni e mezzo di carcere. E' questa la richiesta di condanna avanzata stamattina dal sostituto procuratore Amelia Luise per il giornalista dell'emittente partinicense Telejato, Pino Maniaci, accusato di estorsione e anche di diversi episodi di diffamazione. Il processo si sta svolgendo davanti al giudice monocratico Mauro Terranova. Maniaci, attraverso i suoi difensori, gli avvocati Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino, ha sempre respinto le accuse.

L'imputato, che da sempre ha condotto battaglie contro mafia e malaffare, concentrandosi anche sulla gestione dei beni confiscati da parte della sezione Misure di prevenzione del tribunale quando era presieduta dall'ex giudice Silvana Saguto, era finito nei guai nel 2016 (e interpretò la notizia dell'inchiesta a suo carico proprio come una "vendetta della Procura").

Secondo l'accusa, Maniaci - che era stato intercettato dai carabinieri - avrebbe chiesto denaro ai sindaci dei Comuni di Partinico e Borgetto, Salvo Lo Biundo e Gioacchino De Luca, in cambio di una linea "morbida" della sua testata nei loro confronti. Inoltre avrebbe anche imposto a un assessore di Borgetto, Gioacchino Polizzi, l'acquisto di duemila magliette col logo della sua emittente.

Proprio Polizzi, però, davanti al giudice ha negato di aver ricevuto minacce e pressioni da parte di Maniaci. Anche Lo Biundo, in aula, aveva spiegato che "non ci sono mai stati buoni rapporti con lui (Maniaci, ndr), ricevevo continui attacchi mediatici da parte della sua emittente, denigrava l'immagine del politico di turno che per lui rappresentava il malaffare". Ma non aveva mai parlato di ricatti e di minacce. 

La richiesta di condanna a 11 anni e mezzo è stara ritenuta "eccessiva" e "spropositata" perché è una pena che "di solito si chiede per un capomafia". dirlo all'Adnkronos è l'avvocato Ingroia. "Leggeremo la corposa requisitoria del pm - dice Ingroia - e quando faremo l'arringa difensiva contesteremo punto per punto ogni fatto. Questo è uno di quei casi in cui il pm avrebbe dovuto chiedere l'assoluzione per l'imputato tenendo conto del risultato dibattimentale", in cui "ci sono stati tanti testi e presunte persone offese che per primi hanno detto di non avere subito nessuna estorsione".

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