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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Esplode la caffettiera, ferito in carcere il boss palermitano Giuseppe Graviano

Disavventura tra le sbarre per il capomafia di Brancaccio condannato all'ergastolo: è stato proprio lui stesso a riferirlo nel corso dell’udienza del processo "’Ndrangheta stragista"

Disavventura tra le sbarre per il boss palermitano Giuseppe Graviano. A mettere a repentaglio la sua incolumità è stata una caffettiera difettosa. Il capomafia qualche giorno fa è rimasto ferito a causa dell’esplosione della moka che è solito usare in cella. E' stato proprio lui stesso a riferirlo nel corso dell’udienza del processo “’Ndrangheta stragista”, poi rinviata a causa dell’assenza dei testimoni.

Dolorante, chiaramente in difficoltà nell'articolare le parole e con un evidente gonfiore, Graviano - collegato in videoconferenza e grazie all’aiuto dell’agente della penitenziaria che era con lui - ha cercato di raccontare la dinamica dell’incidente. Il boss palermitano è stato colpito alla mandibola e si è presentato in ritardo all'udienza. L'incidente ha reso necessario l'intervento di un dentista in carcere.

Giuseppe Graviano - che sta scontando la pena all'ergastolo - è stato accusato da vari pentiti di essere stato lui ad azionare il telecomando dell'autobomba che uccise il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della scorta. E' il terzo per età dei quattro fratelli Graviano. Affiliato alla famiglia di Brancaccio insieme al fratello maggiore Filippo, nel 1990 divenne reggente del mandamento di Brancaccio-Ciaculli insieme al fratello, sostituendo il boss Giuseppe Lucchese che era stato arrestato. I fratelli Graviano ebbero un ruolo importante nell'organizzazione delle stragi del 1993 a Firenze, Milano e Roma e nell'omicidio di don Pino Puglisi. I due vennero arrestati il 27 gennaio 1994 a Milano.

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