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Cronaca

Emergenza rifiuti, il Movimento Più scrive la ricetta: "Subito modello Peccioli"

A tale proposito una commissione di studio interna al Movimento Più, composta da tecnici ed esperti in tematiche ambientali, sta valutando alcune soluzioni relative all’emergenza rifiuti che interessa in queste ore tutta la Sicilia.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

La crisi del sistema rifiuti in Sicilia è giunta a un punto di non ritorno. Sit in dei lavoratori dell’Ato davanti a tutte le nove prefetture dell’Isola. Coinvolti 12 mila operatori in tutta la Regione. Precarie le condizioni igienico-sanitarie in moltissimi comuni. Cumuli di immondizia per le strade e gente esasperata che appicca roghi nel palermitano. E ancora: trentamila tonnellate di percolato, prodotte dalla discarica di Bellolampo, su una nave, la cosiddetta “nave dei veleni”, tuttora ormeggiata sul molo trapezoidale del porto di Palermo.

A margine di una tale situazione è doveroso individuare possibili soluzioni a una problematica che non è affrontabile soltanto con i toni della protesta.

A tale proposito una commissione di studio interna al Movimento Più, composta da tecnici ed esperti in tematiche ambientali, sta valutando alcune soluzioni relative all’emergenza rifiuti che interessa in queste ore tutta la Sicilia.

Nei prossimi giorni verrà convocato un tavolo di confronto sulle problematiche ambientali alla presenza dei sindaci di diversi comuni interessati e di esponenti dell’amministrazione regionale: in tale occasione verranno illustrate le proposte del Movimento Più per fronteggiare la crisi ambientale.

Necessario in fase di proposta il dialogo col governo regionale.

Giuseppe Valenti, portavoce del Movimento Più, dichiara: «Stiamo vivendo un’emergenza che implica un rischio grave per la salute, una crisi nel campo del turismo e una grave perdita di immagine agli occhi dell’Europa.
Sottoporremo al governo Crocetta una possibile scelta che indirizzi l’attuale emergenza verso un orizzonte ben diverso, dove la produttività si coniughi con risorse e coinvolgimento dei cittadini, da dove si possa partire per elevare la coscienza civile e dove non vi siano infiltrazioni mafiose ma appunto un controllo regionale, comunale e degli stessi cittadini».

Secondo il Movimento Più, pur tenendo conto dell’emergenza igienico-sanitaria del momento, è necessario ragionare anche in prospettiva, pianificando soluzioni a medio termine. Su questo aspetto Valenti afferma: «È il momento di agire, di fare scelte concrete che sappiano guardare ad un prossimo futuro e non con soluzioni tampone. Se da una parte c’è un’emergenza raccolta rifiuti da affrontare con i sui risvolti sanitari è altresì fondamentale, oggi, perseguire una strategia chiara per risolvere il problema strutturale di dove mettere i rifiuti».

Il corpus di proposte del Movimento Più da esternare al governo regionale sarà presentato in un incontro che sarà ufficializzato nei prossimi giorni. Intanto emergono le priorità, anticipate da Giuseppe Valenti:

- «Non si può pensare che una nave piena di percolato giri per il Mediterraneo. Adesso è ormeggiata al porto di Palermo, dopo essere stata “rifiutata” dalla Regione Sardegna e dal comune di Olbia. Chiaramente nessuno la vuole. Grazie al supporto della nostra commissione di studio illustreremo come, a tale proposito, sia necessario guardare al modello Peccioli, comune in provincia di Pisa, dove il percolato è stato trasformato in acqua, destinata ai vigili del fuoco»;

- «Bisogna chiudere con le discariche come sono oggi concepite ma pensarle come un vero impianto industriale, caratterizzato da elevati livelli di sicurezza, da consistenti risultati economici positivi e che si sviluppi su modelli di partecipazione attiva con i cittadini per realizzare infrastrutture e servizi di cui la comunità è l’obiettivo»;

- «Dobbiamo indirizzarci subito verso un  modello industriale e aziendale di smaltimento rifiuti che non produca più percolato ma risorse e che accompagni gli obiettivi di far crescere ai livelli europei la raccolta differenziate e le strategie sociali come gli Eco-punto. È un’ipotesi di responsabilizzazione dei cittadini, volta a una maggiore conoscenza di alcuni processi, oltre che una concreta sinergia tra istanze sociali ed emergenze ambientali. Si tratta di centri raccolta, già attivati in qualche comune della Sicilia, dove i rifiuti vengono barattati con materie prime e generi alimentari. Chiaramente si tratta di un modello che da solo non può considerarsi risolutivo di una crisi di sistema, ma riteniamo quella degli Eco-punto una svolta di carattere culturale, dove il cittadino trae un doppio beneficio da un corretto smaltimento dei rifiuti. Consideriamo, quindi, gli Eco-punto un incentivo a una maggiore sensibilità ambientale».

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