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Cronaca

Rifiuti, Rap può evitare i viaggi fuori Sicilia: ma per i Comuni della provincia non c'è posto nelle discariche

La partecipata conta di utilizzare gli spazi residui rimasti a Bellolampo fino a quando non sarà consegnata la settima vasca. Resta però il "nodo" sul conferimento delle 50 mila tonnellate all'anno prodotte nei centri del Palermitano. La Srr: servono 11 milioni per gli extra costi. L'allarme dell'Anci: "I soldi della Regione non bastano"

Utilizzando i pochi spazi ancora disponibili a Bellolampo e sperando che il primo lotto della settima vasca venga completato prima che la discarica arrivi a saturazione, la Rap ha comunicato alla Srr (Società di regolamentazione dei rifiuti) di non avere necessità di esportare l'immondizia fuori dalla Sicilia.

Al netto di Palermo però, la Srr ha quantificato in 11 milioni gli extra costi per il resto della provincia: a tanto ammonterebbe l'export di 50 mila tonnellate all'anno. Cifra che dovrebbe rientrare nei 45 milioni messi a disposizione dalla Regione per i "viaggi" dei rifiuti fuori dalla Sicilia. Fondi che però basterebbero solo per due mesi per temponare l'emergenza in tutta l'Isola.

Lo sostiene l'Anci, che ieri si è riunita per discutere dell'emergenza che attanaglia i Comuni siciliani, a causa del poco spazio per i conferimenti nelle discariche. I sindaci chiedono più fondi: "All'assessore regionale Daniela Baglieri, che abbiamo incontrato la scorsa settimana - afferma Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia - ribadiamo la necessità di avviare un confronto non solo su come affrontare l’emergenza ma anche su come smaltire i rifiuti senza extra costi che andrebbero a gravare sulla Tari e sui bilanci dei comuni".

"Ora più che mai - prosegue Orlando - è necessario tutelare la vivibilità dei territori e la salute dei cittadini anche in considerazione della stagione estiva. La Sicilia si riempie di turisti e proprio adesso che avremmo bisogno di maggiore disponibilità di impianti, ne abbiamo talmente pochi da essere costretti a spedire fuori dalla regione i rifiuti con spese che, inevitabilmente, ricadranno sui cittadini. Si tratta di un’emergenza che si somma alla crisi finanziaria degli enti locali in quanto a causa dell’eccessivo aumento dei costi per il conferimento in molti casi non sarà possibile approvare i piani economici-finanziari".

Durante il dibattito i sindaci hanno evidenziato che "i Comuni siciliani non sanno dove conferire i rifiuti a causa delle discariche piene o inagibili. Di conseguenza la spazzatura rimane per strada e, considerando il caldo afoso di queste giornate, potrebbe verificarsi una crisi sanitaria. E' chiaro che nel lungo periodo bisogna riprogrammare gli impianti e rivedere il piano rifiuti".

Il segretario generale dell’Anci Mario Emanuele Alvano ha invece evidenziato che dal confronto in atto con il dipartimento Acque e Rifiuti e con le Srr "si stanno approfondendo aspetti essenziali, in particolare, come sia possibile procedere al pre-trattamento dei rifiuti, come immaginare le stazioni di raccolta e da dove e con quali modalità farli partire dall’Isola". La Regione però attende ancora l'ok all'export dei rifiuti da parte del governo nazionale. Ieri l'assessore regionale all'Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, è volata a Roma dove si è insediato il tavolo di crisi sui rifiuti con i ministeri della Transizione ecologica e dello Sviluppo.

Per il momento i due ministeri hanno suggerito alla Regione di provare a evitare l'invio oltre lo Stretto, intimando con un'ordinanza ai gestori delle discariche di accogliere tutta l'immondizia possibile. Di "inutile viaggio romano, che certifica il fallimento di un altro governo dell'Isola" parla segretario generale Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano, secondo cui "per far fronte all’emergenza la Regione deve subito emanare un’ordinanza che consenta di utilizzare tutti gli spazi possibili nelle attuali discariche, a partire dalla terza e quarta vasca di Bellolampo".

"Un milione e 200 mila, sono le tonnellate annue di rifiuti siciliani che vengono abbancate nelle discariche. Se solo fossero autorizzati gli spazi nella terza e nella quarta vasca di Bellolampo, ci sarebbe possibilità di abbancare circa 350 mila tonnellate e, complessivamente, con l’utilizzo solidale di tutti gli impianti esistenti si potrebbero recuperare 5 mesi di autonomia", spiega Giordano. "A questo punto - conclude - bisogna avviare operativamente quel tavolo tecnico Regione, Anci, Srr e parti sociali per mettere fine al 'bla bla bla' e programmare maggiore differenziata, riciclo e recupero energetico. Il governo faccia subito un’ordinanza che tamponi l'ennesima emergenza, metta a disposizione dei comuni le risorse per far fronte a tali costi aggiuntivi e avvii subito e sul serio il confronto continuativo con le parti interessate per una reale programmazione".

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