Blitz allo Sperone, i retroscena: spaccio col paniere calato dalla finestra e il pestaggio di un "infame"
Sequestrati più di 4 chili di droga, nascosti pure in scatole di scarpe e barattoli di Proraso, anche grazie alle confidenze di un giovane poi punito a bastonate. Le telecamere hanno ripreso gli indagati mentre avrebbero smerciato hashish e marijuana in pieno lockdown. Uno di loro, bloccato ai domiciliari, avrebbe usato il classico cesto per consegnare le dosi
Appartamenti dello Sperone imbottiti di droga (con dosi nei cassetti, in cucina come in camera da letto, valigie, scatole di scarpe e persino un barattolo di Proraso), ma anche sacchetti pieni di "fumo" nascosti sotto i pannelli solari del bar Vaccarella di viale Di Vittorio, a cui stamattina è stata revocata la licenza, con presunti pusher affacciati alle loro fineste - poiché reclusi ai domiciliari - ai quali sarebbe bastato essere chiamati dalla strada e calare il classico paniere per spacciare, anche in pieno lockdown. Dall'ordinanza che stamattina ha portato all'arresto di 6 persone allo Sperone emerge anche un pestaggio ai danni di un "infame", preso a bastonate perché avrebbe svelato ai poliziotti del commissariato Brancaccio uno dei punti in cui sarebbe stata nascosta la droga.
Sequestrati in tutto oltre 4 chili di droga
Nel provvedimento del gip Nicola Aiello, che ha disposto il carcere per Pietro Argeri, Gaetano Ingrassia e Vincenzo Marino e gli arresti domiciliari per Giacomo Cannizzaro, Sebastiano Chiappara e Lorenzo Testa, si fa riferimento ad alcune perquisizioni, che hanno portato complessivamente al ritrovamento di quasi 2 chili e 300 grammi di marijuana e oltre 2 chili di hashish, e a una decina di episodi di spaccio.
La droga nascosta sotto i pannelli solari | video
La casa di vicolo Caracausi imbottita di marijuana
Due appartamenti comunicanti di vicolo Caracausi sarebbero stati un deposito di marijuana. E' qui che i poliziotti hanno infatti ritrovato quasi 2 chili di "erba", nascosti in una valigia, 12 grammi nell'armadio in camera da letto, 40 grammi in un cassetto della cucina, 210 grammi, divisi in dosi e nascosti in quattro sacchetti, in un anfratto del camerino, 4 dosi in un cassetto del comò e una in un cassetto della cucina, l'8 gennaio dell'anno scorso. La perquisizione, secondo gli indagati, non sarebbe avvenuta a caso, ma sarebbe stata mirata perché qualcuno avrebbe svelato la presenza della droga in quelle due abitazioni.
Lo "sbirro" punito a bastonate
Lo "sbirro", come ricostruiscono gli inquirenti, sarebbe stato punito a colpi di bastone da Nicola Barresi (coinvolto in un altro filone d'indagine) e da Ingrassia. Al giovane sarebbe stato spaccato un labbro e sarebbe stato lui stesso ad indicare agli investigatori anche Ingrassia tra i suoi aggressori. Il gip, però, non ha ritenuto sufficienti i gravi indizi di colpevolezza per questo capo d'imputazione.
"Il carcere t'insegna tante cose"
Nicola Barresi è stato intercettato mentre parlava dell'apertura di un negozio di frutta e verdura, ma secondo gli inquirenti, sarebbe stato un modo criptico per riferirsi all'attività di spaccio: "Quello dice: 'Appena esce gli devo aprire un posto di frutta e verdura e si rompe le corna là', quello, Gaetano (Ingrassia, ndr), dice: 'Ne apriamo uno bello grande'" e l'interlocutore rispondeva: "Ma che deve aprire? Io se mi apro il frutta e verdura me lo apro con Renato non con lui! Lui invece ora si deve stare fermo, ora io devo fare di testa mia non di testa sua, tanto alla fine ormai scoppiò... Giusto? Scoppiò la bomba? Ora che scoppiò la bomba, ora devo fare una cosa mia personale e pulita, no con gli altri. Qua dentro, Nicola, il carcere t'insegna tante cose, capito? Il carcere t'insegna tante, tante cose! E conosci cristiani che hanno i contro... no Gaetano o Renato, conosci cristiani con i controcoglioni!".
L'appartamento di largo Giuliana pieno di "fumo"
Il 4 febbraio dell'anno scorso, i poliziotti avevano invece perquisito un'abitazione di largo Giuliana, ritrovando un sacchetto di plastica sul tavolo della cucina con 513 grammi di hashish, ma anche bilancini, spatole e coltelli per il confezionamento delle dosi, oltre a 6.142,30 euro. In quella circostanza era stato arrestato in flagranza Davide Anselmo, ma per la Procura quella droga sarebbe stata a disposizione anche di altri indagati.
"La centrale dello spaccio in una rosticceria" | video
"Quello ti è venuto a casa a suonare"
Un interesse l'avrebbe avuto Ingrassia, tanto che il 28 gennaio chiamava Anselmo per sollecitarlo a ricevere un acquirente: "Sveglio sei? E' da tre ore che ti chiamo, quello ti è venuto a suonare pure a casa, aspetta un minuto ora, va, ora lo sto facendo venire". Il giorno dopo gli chiedeva: "C'è bisogno che vengo oppure no?". Ingrassia, inoltre, in un'altra conversazione sosteneva: "Fino a quest'ora, mi fanno arrestare ogni secondo" e gli veniva suggerito: "Ti metti più distante", nel senso - dice la polizia - di nascondere la droga in un luogo più distante dalla sua abitazione.
"Butta il sangue, mi hai fatto saltare dalla finestra"
La droga trovata in largo Giuliana sarebbe riconducibile anche a Marino e a Chiappara, secondo l'accusa. Il 31 gennaio dell'anno scorso, Anselmo citofonava infatti a casa di Marino e questi si preoccupava perché convinto fossero i carabinieri e gli diceva: "Ehi, testa di minchia, sei tu che suoni?" e Anselmo: "E' da mezz'ora che busso, mezz'ora!", Marino replicava: "Ma vai a buttare il sangue, mi hai fatto saltare dalla finestra, vai a buttare il sangue dal cuore". Chiappara avrebbe avuto le chiavi di quell'appartamento, tanto che Anselmo gli chiedeva: "Le hai tu le chiavi, quelle con il Signuri?" e lui replicava: "Sì, perché tu le hai le chiavi?".
"Si sono portati Giacomino, ma io l'ho fatta franca"
Il 19 febbraio del 2020 era stato arrestato in flagranza Cannizzaro, trovato con 4 pezzi di fumo da 2,08 grammi e 132,50 euro. Marino commentava la vicenda con la madre: "Ma, si sono portati a Giacomino, gli hanno torvato le cose di... no io me la sono fatta franca". Poi informava Ingrassia: "C'è un problema, vieni qui... Il prima o dopo, la sua squadra, io li conosco, li avevo sott'occhio, scendi che c'è un problema".
"Hai l'hashish addosso?"
In altre due intercettazioni si parla apertamente di droga e proventi: "Hai l'hashish addosso?", si dice in una conversazione, e, in un'altra, "però com'è che quando ho dato il fumo a 5 euro ho avuto sempre 80 euro di sgamo? Tieni, fuma".
Il tetto del bar Vaccarella, il pozzetto di ghisa e il barattolo di Proraso
Sotto i pannelli solari del bar di viale Di Vittorio, il 17 marzo dell'anno scorso, i poliziotti avevano ritrovato 10 panetti di hashish (per un peso complessivo di un chilo e 46 grammi), 200 dosi di fumo (70 grammi in tutto), e poi 300 dosi (212 grammi) in un pozzetto di ghisa nel pavimento del passaggio pedonale vicino allo stesso bar, 20 grammi in una scatola di scarpe e 25 in un barattolo di Proraso, nascosti al lato del bar Vaccarella. Ad incastrare gli indagati sono le immagini riprese da alcune telecamere che avrebbero filmato Cannizzaro mentre avrebbe prelevato la droga sul tetto, per esempio.
Lo spaccio col paniere
Argeri, già detenuto agli arresti domiciliari, il 14 marzo 2020 è stato filmato mentre era affacciato alla finestra della sua casa e parlava con due persone in strada. A quel punto, mentre Cannizzaro sarebbe salito sul tetto del bar per prendere due sacchetti, Argeri avrebbe poi calato un paniere ai suoi clienti. La stessa cosa sarebbe avvenuta il 17 marzo, ma in quel caso era intervenuta la polizia, che aveva poi scoperto tutto l'hashish nascosto sotto il tetto e accanto al bar Vaccarella.
"Non potrà recuperare mai"
La madre e la moglie commentavano il nuovo arresto di Argeri e le conseguenti perdite economiche che avrebbe patito: "Dice che non ce la fa più, che non potrà recuperare né ora né mai".
"Mi bastano anche due o tre canne"
Il 10 marzo, un cliente, pure lui relcuso ai domiciliari, chiamava Argeri avvertendolo che sua madre stava andando a casa sua per acquistare la droga: "Piè ti ho chiamato, sta venendo da te mia mamma che stava venendo da me" e l'indagato rispondeva: "Te ne posso sare per ora per addubbare", ma l'acquirente si sarebbe accontentato anche di poco: "Piè, non m'interessa, pure due canne, tre canne".
Le dosi vendute davanti a un minorenne
I poliziotti hanno anche ricostruito un episodio di spaccio in cui sarebbe stato coinvolto pure un minorenne. Dalle immagini riprese da una telecamera si vedono infatti Marino, Cannizzaro ed il ragazzo seduti su una panchina in un giardino pubblico, che vengono chiamati da due persone. Cannizzaro avrebbe poi consegnato loro la droga, mentre Marino avrebbe controllato che nessuno arrivasse.