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Cronaca

"Chili di hashish nascosti nei pacchi regalo e inviati dalla Spagna": 5 condanne e 7 assoluzioni

Gli imputati erano tutti coinvolti nel blitz della guardia di finanza denominato non a caso "Chorus-pacchi regalo", messo a segno a settembre dell'anno scorso. Avrebbero potuto contare sull'appoggio di un basista nel centro di smistamento postale. Business da 2 milioni di euro

Un trucco semplice per fare arrivare carichi di hashish in città: inserire la droga in pacchi regalo, inviati dalla Spagna. Secondo la guardia di finanza - che il 29 settembre dell'anno scorso aveva messo a segno il blitz "Chorus-pacco regalo" - in questo modo in pochi mesi sarebbero stati smistati circa 180 chili di "fumo". Adesso il gup Giuliano Castiglia ha deciso di condannare 5 persone e di assolverne altre 7, che ha processato con il rito abbreviato.

Il giudice ha dunque accolto solo in parte le richieste del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dei sostituti Renza Cescon e Bruno Brucoli, che avevano coordinato le indagini: sono stati del tutto scagionati dalle accuse Antonio Buccafusca (difeso dall'avvocato Edi Gioè), Serena Giglio (difesa dall'avvocato Gianluca Corsino), Giovanni Ferrara (difeso dall'avvocato Marco Clementi), Benedetta Altieri, Francesco Gelfo, Vincenzo Paolo Flandina e Francesco Paolo Taormina (difeso dall'avvocato Michele Rubino).

Sono stati invece condannati Alessandro Girgenti (10 anni e mezzo), Giuseppe Lo Coco e Filippo Miranda (entrambi a 6 anni 6 mesi e 10 giorni), Gerardo Romano (8 anni e mezzo) e Giuseppe Di Francesco (7 anni).

Mediamente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli imputati sarebbero riusciti a fare arrivare in città circa 10 chili di hashish al mese, ma il valore della droga giunta complessivamente a Palermo ammonterebbe a 2 milioni. Prezioso - sempre secondo la Procura - l'aiuto di un presunto basista nel centro di smistamento postale, che avrebbe recapitato i pacchi regalo alle persone direttamente coinvolte nello smercio di droga e non ai destinatari (inesistenti) indicati negli indirizzi. A capo della banda ci sarebbe stato Di Francesco che inizialmente era sfuggito all'arresto e si era poi costituito all'aeroporto di Punta Raisi.

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