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Cronaca

Donne vittime di violenze, Scavone: "Durante pandemia meno ricoveri in case protette"

E' quanto è emerso durante il Forum contro la violenza di genere che l'assessore alle Politiche sociali della Regione, Antonio Scavone, ha dedicato a Roberta Siragusa, la 17enne uccisa a Caccamo: "Governo regionale pronto a migliorare il nostro livello di protezione"

Durante l'emergenza pandemica sono diminuiti in Sicilia i ricoveri nei centri antiviolenza e nelle case a indirizzo segreto. E' quanto è emerso oggi durante il Forum contro la violenza di genere, che l'assessore alle Politiche sociali della Regione, Antonio Scavone, ha dedicato a Roberta Siragusa, la 17enne uccisa a Caccamo. "La tragica morte di Roberta, poco più che adolescente - ha detto l'assessore -, ci riporta ancora una volta drammaticamente a un fatto di inaudita violenza contro le donne, che chiama alle loro responsabilità le istituzioni per verificare se le azioni messe in campo siano sufficienti o se siano necessarie ulteriori misure soprattutto per prevenire oltre che evitare il ripetersi di atti criminali come questo". 

All'incontro erano presenti, tra gli altri, rappresentanti dei centri antiviolenza, della Procura di Palermo, della polizia, dell'Ufficio scolastico regionale, oltre che dell'Anci e le consigliere per le pari opportunità. "Un dato che è venuto fuori dal confronto - sottolinea l'esponente della Giunta Musumeci - è particolarmente preoccupante: sono calati i ricoveri nelle strutture dedicate, centri antiviolenza e case a indirizzo segreto. Non vorrei che l'emergenza Coronavirus, che ha costretto le persone a volte a convivenze forzate, abbia tra i suoi mali anche quello di tenere silenti e non fare emergere le situazioni di rischio". Per l'assessore bisogna "tenere alta la guardia. Il governo regionale è pronto a proporre qualsiasi modifica che possa migliorare il nostro livello di protezione. Dei 31 sportelli di ascolto solo due sono presenti a Catania e uno a Messina, mentre Palermo è abbastanza coperta con 12 sportelli - conclude l'assessore -. Chiaramente dobbiamo lavorare per potenziare questo strumento in queste province perché rappresenta il primo momento di contatto tra la donna vittima di abusi e le istituzioni. Occorre oggi uno sforzo comune da parte di tutte le istituzioni perché siano stabiliti rigorosi percorsi di controllo al fine di proteggere le persone più fragili".

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