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Storie dal conflitto ucraino / Marineo

Dalle bombe di Mariupol a una nuova vita a Marineo: Miroslav, arrivato nel grembo della madre e nato in Sicilia

Iryna è scappata mesi fa dall'Ucraina, dove il marito Alexander è rimasto per respingere l'avanzata russa. Quando è arrivata era al sesto mese di gravidanza e insieme a lui c'era l'altro figlio piccolo. Il sindaco Ribaudo: "Lui già parla un po' di italiano e si è integrato a scuola. Ringrazio i miei concittadini per l'accoglienza"

Iryna stringe fra le braccia il suo piccolo e sorride come solo una mamma sa fare, mentre si trova distesa sul letto di un ospedale siciliano dove è avvenuto il miracolo della vita. Sullo sfondo due medici che compilano le ultime scartoffie dopo un parto che fortunatamente è filato liscio. E' questa la foto che rappresenta forse qualcosa di impensabile sino a pochi mesi fa, quando la giovane donna ucraina si è trovata costretta a scappare, incinta e insieme all'altro figlio, dalle bombe che piovevano su Mariupol, lì dove il marito Alexander è rimasto per respingere l'avanzata russa. Un viaggio della speranza che li ha catapultati nella comunità di Marineo, dove ieri è nato Miroslav, nome di origine slava composto da "pace" e "gloria".

"L'altro bambino è qui con noi da qualche mese e già si è integrato a scuola, parla pure un po' di italiano". A ripercorrere brevemente la storia di Iryna è il sindaco della cittadina in provincia di Palermo, Franco Ribaudo: "Questa donna - spiega a PalermoToday - fa parte di un gruppo di venti persone scappate dalla provincia di Mariupol. La maggior parte di loro ha trovato subito una sistemazione in famiglia. La sua situazione era più delicata. E' arrivata con l'altro bambino ed era incinta al sesto mese. Allora l'associazione Marineo solidale ha deciso di farsene carico per seguirla in tutto il percorso. Questa è accoglienza. Ora vedremo... non appena il conflitto sarà cessato, chissà che non sia Alexander a decidere di trasferisi".

Il marito della donna infatti è rimasto a combattere al fronte, nella zona di Mariupol, al confine con la Russia. Con qualche difficoltà lui e la moglie sono riusciti a restare in contatto, ma programmare il futuro per il momento è più complicato del solito. In questi mesi, a Marineo, volontari e non si sono adoperati per fare la loro parte e raccogliere fondi da destinare a queste famiglie. In molti casi tramite collette organizzate da giovanissimi studenti con l'aiuto di parrocchie e associazioni. "Già ad aprile c'erano stati gli inserimenti a scuola dei bambini", conclude il sindaco. Come quello della piccola Diana, la prima nuova studentessa ucraina entrata a far parte della comunità dell'istituto comprensivo Marineo-Bolognetta.

"Era una grossa responsabilità - dice Nino Di Sclafani, dell'associazione Marineo solidale - ed eravamo preoccupati, ma alla fine ci siamo convinti e le abbiamo sistemato una casa, abbiamo raccolto ciò serviva e finalmente è arrivata dopo aver attraversato il confine". Iryna, nel suo paese, faceva la parrucchiera e non ha perso occasione per mettersi a disposizione dei suoi nuoi concittadini: "Ci ha detto che le sarebbe piaciuto sdebitarsi facendo le acconciature alle donne, diventate un po' le sue mamme. Con lei comunichiamo utilizzando il traduttore online. L'altro giorno mi ha chiesto, con grande umiltà e sensibilità, se suo marito, che sta cercando di venire in Italia per conoscere il figlio, potesse portare con sé un cagnolino".

In basso una famiglia arrivata dall'Ucraina e accolta dall'associazione Pro Loco Marineo

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