rotate-mobile
Cronaca

Quattro vite salvate dalla donazione di organi: catena di solidarietà da Torino a Palermo

Un delicato incrocio di donazioni con scambio di organi ha attraversato l'Italia, superando le barriere del Coronavirus. La procedura consente di superare l'incompatibilità immunologica. In Sicilia un rene espiantato a Padova

Una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti incrociati ha attraversato l'Italia, superando le barriere del Coronavirus, dal Piemonte a Palermo. Proprio nelle settimane durante le quali lo spettro del Covid-19 sta fermando e divide buona parte dell'Italia, una catena di solidarietà ha unito il Paese, incrociando coppie di donatori incompatibili. Aperta con una donazione da cadavere in Piemonte, si è chiusa nella stessa regione, attraversando Veneto, Sicilia e Puglia, e salvando la vita a quattro pazienti in dialisi.

A descrivere il programma Cross-over è la Città della Salute di Torino. Tutto è iniziato lo scorso novembre: il Piemonte ha donato un organo di una donna deceduta. Il suo rene era risultato idoneo per un paziente di Padova inserito nel programma cross-over Dec-k (DECeased Kidney). L'avvenuto trapianto su questo paziente ha innescato una catena di donazioni da vivente e trapianti che ha coinvolto 3 coppie seguite in regioni diverse d'Italia (Veneto, Sicilia e Puglia). La compatibilità biologica delle nuove coppie è stata determinata grazie al coinvolgimento di diversi Laboratori di Immunogenetica e dei Coordinamenti regionali trapianto (per il Piemonte all'ospedale Molinette diretti da Antonio Amoroso). In seguito Padova ha donato a Palermo, che a sua volta ancora ha donato un organo a Bari. Qui ne ha beneficiato una coppia incompatibile per un trapianto di rene da vivente. La donatrice vivente, moglie del ricevente, come segno di riconoscenza per aver salvato il marito, ha donato un rene a una giovane donna di Torino, chiudendo proprio questa catena di scambi in Piemonte.

Il programma crossover, ricordano i sanitari, è attivo a livello nazionale già da qualche anno: è molto complesso dal punto di vista organizzativo, ma offre l'opportunità di ottenere un trapianto anche in caso di incompatibilità immunologica con un donatore vivente nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non fosse possibile. Questo avviene 'incrociando' le coppie a livello nazionale in modo che i pazienti che hanno una persona che generosamente voglia donargli un rene anche se incompatibile, possa alla fine fare il trapianto, scambiando i donatori con coppie che hanno lo stesso problema. Combinando diversi incroci di questo tipo si genera una "catena" di donazione che riesce a rendere possibile il trapianto per diverse persone. Fino a pochi anni fa queste catene di trapianti potevano essere attivate solo grazie a un donatore samaritano, cioè ad una persona che dona spontaneamente un suo rene per il bene della comunità. Da quest'anno è attivo su tutto il territorio il programma crossover Dec-k, che prevede l'innesco della catena di scambio di trapianti incrociati da parte di un donatore deceduto. 

"Ringrazio il Centro trapianti di rene di Torino, i centri di Padova, Palermo e Bari e i coordinamenti delle regioni coinvolte per l'impegno di collaborazione mostrato nell'aver portato a compimento questa catena di donazioni. In questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Rete trapianti - dice il direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo -  dimostra ancora una volta di essere unita dal Nord al Sud del Paese al servizio dei tanti pazienti in attesa di un organo". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quattro vite salvate dalla donazione di organi: catena di solidarietà da Torino a Palermo

PalermoToday è in caricamento