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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Cinisi / Via Vittorio Emanuele Orlando

Ucciso per sbaglio al posto del boss Di Maggio, Don Ciotti a Cinisi per ricordare Zangara

Una vittima di mafia che non ha ancora avuto giustizia, come il 75% dei casi. Ben 108 i bambini innocenti assassinati. Tra loro anche Claudio Domino. Il presidente di Libera: "Abbiamo bisogno di una politica onesta e di coraggio, è il noi che vince"

Verità e giustizia. E' quello che chiedono i familiari delle vittime innocenti di mafia. Tra queste ci sono ben 108 bambini. "Il 75% delle famiglie non conosce la verità su queste morti", afferma il presidente di Libera Don Ciotti, in occasione della manifestazione 'Ricordati di ricordare" che si è svolta venerdì in ricordo di Salvatore Zangara, ucciso a Cinisi per sbaglio, al posto del boss Di Maggio, l'8 ottobre 1983. L'Italia ha bisogno di verità e di memoria perchè quest'ultima ci sfida a muoverci verso il cambiamento. Un cambiamento che Don Ciotti, sottolinea più di una volta, c'è stato: "Sono stati fatti passi da gigante nella lotta, ma siamo ancora qui a parlare di mafia". Per sconfiggerla bisogna fare una battaglia di legalità e di civiltà, come diceva Giovanni Falcone. E per combattere questa battaglia serve coraggio: "Bisogna assumersi le proprie responsabilità 365 giorni all'anno. Tutti noi dobbiamo farlo perchè è il noi a vincere. Non possiamo chiedere alle istituzioni e alla politica di dare l'esempio se non siamo noi, i primi a darlo". Esempio di cui i bambini hanno bisogno per la loro educazione, altro elemento chiave per perseverare nella via del cambiamento. "La mafia sarà vinta da un esercito di maestri", si legge in uno dei tantissimi cartelloni affissi in piazza Vittorio Emanuele Orlando, realizzati dagli alunni delle scuole di Cinisi e Terrasini.

DSC_0106-2Sono stati propri loro ad aprire la giornata di commemorazione, organizzata dall'associazione Totò Zangara con il patrocinio dei due Comuni, nel 33esimo anniversario dell'eccidio, avvenuto proprio in piazza Vittorio Emanuele Orlando. Hanno cantato e letto diverse poesie, contro la mafia, per le vittime innocenti e lanciato dei palloncini colorati sui quali hanno scritto delle frasi contro Cosa Nostra definita "una montagna di merda","una schiavitù, causa di dolore". In piazza anche un gioco, realizzato dall'associazione Officina Rigenerazione, per spiegare le storie delle vittime di mafia con un linguaggio nuovo, semplice e diretto. Si tratta di una "ciampedda" dove ogni casella è una storia e invita a compiere un'azione con il fine di farsì che il giocatore contribuisca a ricostruirla questa storia, a farla sua.

Ricordati di ricordare - Cartelloni contro la mafia

targa vincenzo zangara-2L'ASSASSINIO DI ZANGARA. "Era sabato - racconta il figlio Antonio Zangara -. e la piazza di Cinisi era piena di gente. Intorno alle 19.30, i killer, a bordo di una Renault 5, sparano. Vogliono uccidere il boss Procopio Di Maggio, ma colpiscono Salvatore Zangara, Francesco Lo Bello e Salvatore Giambanco, uccidendo il primo e ferendo gravemente gli altri. Quella sera mio padre, un uomo onesto, morirà per caso". Ancora oggi, a distanza di 33 anni, quei killer non hanno ufficialmente dei nomi: "Non ci sono né assassini né mandanti e non c'è mai stato un processo". Ricordare la storia di Salvatore Zangara, come quella delle altre vittime di mafia, è importante perchè bisogna smentire un luogo comune secondo cui “la mafia è come un cane, se non lo disturbi lui non ti morderà”: la tragedia che ha colpito la famiglia Zangara poteva succedere a chiunque. La giornata di commemorazione ha lo scopo di smentire anche un altro luogo comune secondo cui la mafia non ucciderebbe donne e bambini. I fatti dicono un'altra cosa. Tra i bambini presenti anche Giulio, uno dei nipoti di Salvatore Zangara: "Abbiamo vissuto un'infanzia senza un nonno che ci portava a fare le passeggiate, ma sappiamo che era una persona che voleva la pace in famiglia, un uomo onesto. Vogliamo essere come lui, altruista e generoso. Ciao nonno".

CLAUDIO DOMINO. A Cinisi anche i genitori di Claudio Domino, un bambino ucciso a soli 11 anni con un colpo di pistola alla testa, ricordato nella mattinata di ieri anche a Palermo, a San Lorenzo dove fu assassinato. La sua colpa? Avere visto all'opera degli spacciatori. "Siamo rimasti in silenzio per 30 anni, chiusi nel nostro dolore nell'attesa di ricevere solidarietà dallo Stato e dai nostri concittadini - afferma il papà Ninni -, ma adesso vogliamo urlare. Se i ragazzi non conoscono le storie di mafia, non ci può essere cambiamento. La mafia è cambiata, oggi i mafiosi hanno la laurea e siedono anche in Parlamento. Bisogna riconoscerli e difendersi da loro attravero la cultura". Oltre alla cultura, per vincere la battaglia contro Cosa Nostra, secondo Ninni Domino bisogna trovare il coraggio delle proprie azioni e dire no ai soprusi.

Santi Palazzolo-3Non è l'unico a pensarla così. In piazza anche il pasticciere Santi Palazzolo, che ha denunciato Helg e determinato il suo arresto per estorsione, e Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato. Entrambi sono convinti che divulgare la conoscenza e avere coraggio sia l'unica strada per la vittoria. "Peppino è nato in una famiglia mafiosa ed ha avuto il coragggio di prendere le distanze da essa. Ha scelto di essere libero ed è proprio questo che cerchiamo di fare attraverso la nostra associazione", dice Luisa Impastato. "Non ci servono eroi, ci servono genitori, imprenditori e cittadini che si comportino bene - afferma Palazzolo -. Io non avrei mai immagino di vivere quello che ho vissuto e credo che l'insegnamento dei miei genitori sia stato determinante nella mia scelta di denunciare. Abbiamo l'abitudine di dare la colpa agli altri, ma noi cosa facciamo?". 

"La mafia è un fatto umano e quindi avrà un inizio e una fine", diceva il giudice Giovanni Falcone. Un po' di strada l'abbiamo già percorsa, di certo almeno 100 passi. Quindi "teniamo aperte le finestre alla memoria" e "giù le mani dai bambini" per percorrere quella che resta da fare e raggiungere la meta: evitare altre vittime innocenti e sconfiggere Cosa Nostra.

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