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Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Piazza Salerno

Dieci ore di attesa al pronto soccorso, selfie dalla barella: "Ho pure pagato il ticket"

Un ciclista, Alessandro D'Agostino, racconta la sua disavventura a Villa Sofia dopo un tamponamento avvenuto in via Calvi. "Mi hanno misurato la pressione e poi sono stato fino all'alba in corridoio". Un'altra lettrice: "Sporcizia e degrado qui regnano sovrani"

Ha trascorso oltre dieci ore tra la barella dell’ambulanza e quella del pronto soccorso dopo essere stato travolto da un’auto mentre si trovava sulla sua bici. Nessuno, racconta, gli avrebbe chiesto se avesse bisogno di un po’ d’acqua, del ghiaccio sintetico o semplicemente di andare al bagno. “Dopo la visita in accettazione - racconta a PalermoToday Alessandro D’Agostino -  mi hanno attribuito il codice verde misurandomi soltanto la pressione. Poi sono stato ‘buttato’ in corridoio come un pezzo di carne insieme a tanti altri. C’erano almeno venti persone che aspettavano da ore. Una volta dimesso ho dovuto anche pagare il ticket e neanche mi avevano dato del ghiaccio sintetico o altro per alleviare il dolore”.

Il ciclista, lo scorso mercoledì, si trovava in sella alla sua bici e stava percorrendo via Pasquale Calvi. All’improvviso, ricostruisce, un’auto lo ha tamponato ed è finito sull’asfalto. “Il 118 è arrivato in pochi minuti e sono stato portato al pronto soccorso. A causa delle già lunghe attese - continua D’Agostino - sono rimasto sulla barella dell’ambulanza di fatto tenendola bloccata per più di un’ora davanti a Villa Sofia. Sono arrivato su una barella spinale. Un dettaglio che li avrebbe dovuti spingere a pensare che potessi avere qualche trauma da controllare tempestivamente. Ho dovuto aspettare fino alle due per essere visitato e come me tanti altri. E’ assurdo però che i codici rossi abbiano dovuto attendere anche mezz’ora. E’ questo il risultato dei taglio alla sanità?”.

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Lungo uno dei corridoi di Villa Sofia D’Agostino ha deciso di segnalare la sua “nottata da dimenticare” inviando questa segnalazione e un selfie dalla barella. “Alcuni infermieri hanno anche minacciato di chiamare i carabinieri - prosegue - se avessimo fotografato o ripreso quello che ci circondava. Prima, a chi si era lamentato, avevano fatto presente che nessuno li tratteneva e potevano benissimo andare via”.

Non solo disservizi ma anche sporcizia, come racconta un’altra lettrice appena due giorni dopo inviando delle foto (in allegato). “Purtroppo mi trovo all’ospedale Villa Sofia - racconta M., che preferisce restare anonima - e vorrei segnalare il degrado che qui regna sovrano, tra le sale d’aspetto fatiscenti adibite a ‘zona fumatori’ nonostante le finestre bloccate rendano l’aria irrespirabile. Uno degli ascensori risulta fuori uso da giorni e sono stato costretta a salire a piedi: ci sono cartacce e lattine buttate ovunque e nascoste dietro le manichette antincendio”.

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