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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Dati del catasto incompleti", scoppia il caso dell'esenzione Imu "negata" ai figli orfani di un genitore

Il Comune ha inviato una raffica di avvisi d'accertamento per il 2016 agli eredi che hanno ricevuto in successione le quote di un'abitazione, che però non sono tenuti a pagare. Susinno: "Occorre presentare istanza d'annullamento". Gli uffici: "Siamo in pochi e rischiamo di trovarci di fronte a uno tsunami di pratiche"

Per la legge non sono tenuti a pagare l'Imu sulla prima casa nel caso in cui muoia uno dei due genitori, tuttavia il Comune ha ugualmente inviato una raffica di avvisi di accertamento per il 2016 ai figli orfani che hanno ereditato tramite successione le quote di un'abitazione.

Un vero e proprio pasticcio dovuto al fatto, spiegano dall'ufficio Tributi di piazza Giulio Cesare, che "la banca dati del catasto non contiene alcuna specifica sui coniugi superstiti, ai quali è riservato il cosiddetto diritto di abitazione". Il risultato è che gli importi richiesti da Palazzo delle Aquile non sono dovuti, ma che i destinatari dell'avviso di accertamento sono comunque obbligati a presentare istanza di annullamento. Tra l'altro con una procedura esclusivamente telematica, che aggiunge ulteriore burocrazia ad una vicenda di per sé già ingarbugliata.

A sollevare il caso dell'esenzione Imu "negata" è il consigliere di Sinistra Comune, Marcello Susinno, che spiega: "In pratica la Sispi cala nel sistema del Comune dei dati catastali che non tengono conto né dei figli contitolari della casa né del coniuge superstite, al quale spetta il diritto di abitazione previsto dall’articolo 540 del Codice civile". In sostanza, le quote andate in successione ai figli non devono essere pagate, perché la casa diventa di fatto abitazione principale del coniuge superstite. Dunque, in quanto tale esente da Imu.

"Gli avvisi inviati entro il 31 dicembre scorso - sottolinea Susinno - fanno parte del processo di lotta contro l’evasione che, con notevoli sforzi dovuti alla carenza di personale, gli uffici di piazza Giulio Cesare stanno portando avanti per recuperare i circa 50 milioni di euro di Imu che dal 2016 al 2020 non sono stati versati alle casse comunali". Nel mucchio di tutti gli avvisi di accertamento però ci sono anche queste somme non dovute al Comune. Motivo per cui bisogna presentare istanza di annullamento tramite il "cassetto tributi" del portale servizi del Comune.

"Al 'cassetto tributi' - sottolinea il consigliere comunale - si accede con lo Spid o la Carta d'identità elettronica anche dal computer di casa. Se gli interessati non fanno domanda di annullamento, l'atto rischia di essere trasmesso all'agente di riscossione per l'iscrizione a ruolo e il successivo recupero coatto. Diventa insomma un debito con l'erario".

La procedura indicata da Susinno viene confermata dall'ufficio Tributi: "E' l'unica strada - afferma a PalermoToday la dirigente Adriana Angelomè -. Il problema, a nostro avviso, non è tanto la modalità di presentazione, ma la lavorazione di queste istanze. Il personale infatti è ridotto all'osso. Oltre alle legittime rimostranze dei cittadini, che non sono tenuti a pagare questi tributi, ci sono anche quelle avanzate all'amministrazione dal nostro settore, che oggi rischia di trovarsi di fronte ad uno tsunami di pratiche. Se fosse stata già operativa l'anagrafe immobiliare integrata non ci sarebbero stati questi problemi. In questi giorni se ne parla a livello nazionale, ma quando entrerà in vigore?".

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