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Cronaca

Giustizia, Di Matteo presenta ricorso contro le nomine alla Dna

Il pubblico ministero del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia ha presentato ricorso al Tar del Lazio, contro la sua esclusione. La tesi è che la sua esperienza sia stata ingiustamente ritenuta insufficiente: una "mortificazione umana e professionale"

L'esclusione dalla direzione nazionale antimafia del pm palermitano Nino Di Matteo approda a Roma. Il pubblico ministero del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia ha presentato ricorso al Tar del Lazio, contro la sua esclusione dalle nomine dei tre nuovi sostituti della Dna.

In 30 pagine, firmate dagli avvocati Mario Serio e Giuseppe Naccarato, viene definita "umiliante" l'esclusione del magistrato più volte minacciato da cosa nostra e costretto a vivere sotto scorta, con lo stesso livello di protezione riservato ai capi di Stato. Di Matteo sottolinea la "ingiusta minimizzazione" delle sue "immagine e biografia", ma anche che sia stato ignorato il "valore degli anni di sacrifici, rischi, impegno in cui si è articolata la sua carriera al servizio della giustizia".

I legali di Di Matteo parlano di "sistematica, algebricamente calcolata e calibrata sottovalutazione dell'ineccepibile e solidissimo profilo professionale del ricorrente", sostenendo che la sua esperienza è stata ingiustamente ritenuta insufficiente e lamentano una "mortificazione umana e professionale".

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