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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zisa / Via Paolo Gili, 4

Mostra Nitsch, dopo petizioni e contestazioni arriva la denuncia

Gli autori della raccolta firme con la quale si voleva annullare la mostra ai Cantieri culturali hanno deciso di utilizzare il pugno duro. Si sono rivolti a Questura, Prefettura e carabinieri per la violazione di due articoli del Codice penale

Dopo l’inaugurazione della mostra più contestata in città, arriva la denuncia penale. Gli autori della petizione da 70 mila firme con la quale si chiedeva di annullare la personale del viennese Hermann Nitsch sono passati alle “maniere forti” rivolgendosi a Questura, Prefettura e carabinieri. Sostengono che siano stati violati due articoli del Codice penale, quello relativo al vilipendio contro la religione di Stato e quello sull’istigazione a delinquere. Un'azione forte, sicuramente più "devastante" rispetto alla timida contestazione fatta il giorno dell'inaugurazione, quando una decina di persone hanno manifestato davanti all'ingresso dei Cantieri.

Le accuse vengono mosse sulla base delle fotografie esposte nello spazio dello Zac, ai Cantieri culturali alla Zisa, e l’utilizzo di paramenti sacri nelle installazioni dell’artista azionista. In quegli scatti, così come nei video delle performance di Nitsch, si vedono animali squartati, riti orgiastici, gente crocifissa a cui viene fatto bere del sangue e membri maschili "circondati" da cervella animali. "Costui istiga alla violenza - scrivono i promotori della petizione su Facebook - fa degli animali uno scempio neppure degno dei macelli, offende il culto religioso, ed aggiungere offende la Città di Palermo”.

Non potendosi appellare alla Dichiarazione dei diritti degli animali dell’Unesco - si apprende su SiciliaInformazioni - a cui inizialmente si era fatto riferimento nella petizione, che non è una legge ma una carta etica, Antonio Leto e Nicolina La Ciura, promotori della raccolta firme, hanno "ripiegato" sul Codice penale. “Le foto dei ‘riti’ - si legge nella denuncia - potrebbero violare l’articolo 414, poiché si tratta di “immagini realizzate non tramite la legittima documentazione di atti accaduti, come può essere un reportage di guerra o i procedimenti dell’allevamento intensivo e mattanza degli animali per fini alimentari, ma vere e proprie ‘messe in scena’ realizzate ad hoc, reali, che come sostiene l’artista servono per istigare gli uomini agli istinti più primordiali, unico modo per raggiungere la catarsi spirituale”.

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