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Cronaca

Il mondo piange Dario Fo, Orlando: "Palermo perde un grande amico"

L'artista, Premio Nobel per la letteratura nel 1997, è scomparso all'età di 90 anni. Sedici anni fa, con la moglie Franca Rame, aveva ricevuto la cittadinanza onoraria del capoluogo siciliano

"L'Italia perde una figura internazionale di primo piano dell'arte, della cultura, del libero pensiero. Noi, oggi, perdiamo anche un grande amico, nostro e dell'intera comunità cittadina". A dirlo è il sindaco Leoluca Orlando, che ha voluto ricordare così Dario Fo, morto oggi all'età di 90 anni.

Sedici anni fa a Dario Fo e alla moglie Franca Rame era stata conferita la cittadinanza onoraria di Palermo.  "Un riconoscimento  - spiega Orlando -  a delle carriere e un impegno civile che hanno segnato la storia e la cultura d'Italia e mondiale. Franca e Dario, da sempre, fieramente, opposti a ogni forma di violenza ed oppressione come la pena di morte e la cultura mafiosa, accolsero la nostra scelta con grande entusiasmo, lo stesso con cui Palermo li ha sempre accolti.  Sicuramente - conclude Orlando - Franca e Dario continueranno a essere per noi uno splendido modello di gioioso impegno e cultura".

Fo era ricoverato da 12 giorni all’ospedale Sacco di Milano per problemi polmonari. Il suo più grande successo teatrale risale al 1969 con l’opera “Mistero buffo”, una “giullarata” in cui Fo unico attore in scena, recitava una fantasiosa rielaborazione di testi antichi rifacendosi alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell'arte.

Ma Dario Fo è stato anche, e forse prima di tutto, un uomo di sinistra. Un attivista, nella vita e nel teatro. Celebri suoi testi di satira politica e sociale come ad esempio Morte accidentale di un anarchico, chiaramente ispirata al caso della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli negli uffici della questura di Milano. Celebre per la sua militanza politica, dalle file extraparlamentari di sinistra fino ad arrivare al sodalizio degli ultimi tempi con Beppe Grillo, Dario Fo si arruolò giovanissimo volontario nelle file dell'esercito repubblichino dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. E negli anni Settanta, infuriò una lunga polemica da cui lo stesso Dario Fo si smarcò confessando di essersi arruolato in quanto "italiano" e non fascista e per non essere deportato in Germania.

La consacrazione definitiva arriva però solo nel 1997 quando Dario Fo riceve il premio Nobel per la letteratura "perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".  Insignito di diverse lauree honoris causa, tra cui quella dalla Sapienza, prima di lui, solo Luigi Pirandello ed Eduardo De Filippo hanno ottenuto tale riconoscimento. Ma la vita di Dario Fo non può essere raccontata se non si cita anche l’incontro con l’attrice teatrale, e come lui attivista, Franca Rame, sua compagna nell’arte come nella vita. Con lei Fo  scrisse alcune delle sue commedie più fortunate: Gli Arcangeli non giocano a flipper, Chi ruba un piede è fortunato in amore, La signora è da buttare. Un legame indissolubile che solo la morte della compagna, avvenuta nel 2013, ha saputo spezzare.
 

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