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Cronaca Calatafimi / Corso Calatafimi, 186

Ancora mazzate contro i distributori del figlio di Saverio Romano: "Messaggio mafioso"

Nel mirino per l'ennesima volta l'attività di corso Vittorio Emanuele. Danni per quasi un migliaio di euro. Il video pubblicato sui social dall'imprenditore, corredato da uno sfogo, mostra un giovane all'opera. "Lo arresteranno quando io avrò già abbandonato la città"

Distributori automatici presi a mazzate nel cuore della notte in corso Vittorio Emanuele. Ennesimo raid nel centro storico ai danni della ditta Luxury Life - Push and go, società che a novembre scorso ha inaugurato un open space aperto 24 ore su 24. Da allora ad oggi sarebbero più di dieci gli episodi di danneggiamento e furto subiti dai due giovani imprenditori Antonio Romano e Flavia Ferreri, sua promessa sposa.

Come accaduto in passato a rilanciare la notizia sui social è il padre di Antonio, l’ex ministro Saverio Romano: “Se dopo l’ennesimo messaggio mafioso mio figlio decidesse di fermarsi cosa direste? Cosa direbbero i media posto che si tratta di mio figlio? Cosa fareste?”. Il furto, che ha provocato danni per circa un migliaio di euro, è stato segnalato alle forze dell’ordine che sono intervenute per i rilievi.

“Purtroppo - scrive lo stesso Antonio su Facebook allegando il video dell’irruzione - non si vede in volto. La Scientifica ha preso già le tracce di sangue e le impronte. E’ sempre la stessa persona: quella del mese passato e dell’altro ancora. Bisogna aspettare, ma quando (forse) un giorno l’arresteranno sarà tardi perché io avrò già abbandonato questa attività e questa città”.

Le immagini mostrano un uomo (probabilmente un giovane) che, armato di mazza, prende a colpi il vetro di uno dei distributori di bibite e snack. Dopo uno degli ultimi episodi - risalente a meno di sette giorni fa - Antonio Romano ha pubblicato una foto in cui viene mostrata una “santina” (foto allegata in basso) che i ladri gli avrebbero fatto trovare. E’ stato solo un caso o si trattava di un messaggio inquietante?.

"E’ apparso chiaro anche agli inquirenti - commenta l’ex ministro del governo Berlusconi - che non si tratta di sola delinquenza comune. Il tentativo di mascherare una minaccia o una richiesta estorsiva attraverso la manovalanza, difficilmente perseguibile e riconducibile all'organizzazione mafiosa, è fallito! Sono però preoccupato poiché non sottovaluto il rischio che corre Antonio così come quello di tanti che a Palermo ogni giorno denunciano il sopruso mafioso".

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