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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Accogliete, siate compassionevoli": da Palermo il messaggio di pace del Dalai Lama

Dal Teatro Massimo le parole del leader spirituale del Tibet e Premio Nobel per la Pace nel 1989 sull'Educazione alla gioia. "Un vero musulmano - ha detto - mai uccide, nel momento in cui accade non è più un musulmano ma solo un terrorista”

“Dobbiamo educare e istruire la nostra mente all’amore genuino, alla compassione spinta dall’intelligenza. Per questo i tanti migranti di Palermo non vanno discriminati, ma accolti. È l’accoglienza l’oggetto della pratica della compassione”. È con queste parole che il Dalai Lama sigla la sua seconda trasferta nel capoluogo siciliano, dopo quella del 1996, in cui il sindaco di allora - lo stesso di ora - gli conferì la cittadinanza onoraria della città. “Il palermitano Dalai Lama” è il modo in cui Leoluca Orlando presenta il leader spirituale del Tibet, il monaco buddista che per le sue posizioni ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 1989. 

La conferenza sull'educazione alla Gioia al Massimo | Il servizio video

Terrorismo e pace, religione ed educazione, politica e accoglienza. Nessun ossimoro nelle parole di Tenzin Gyatso che, al Teatro Massimo, accoglie un migliaio di persone per la sua conferenza che, sin dal titolo, richiama il suo libro “Educazione alla gioia”. “Bisogna conoscere il dolore per saperlo controllare - afferma il Dalai Lama -. Solo così è possibile trasformare la gioia da fugace emozione a costante della vita. Rabbia, paura, diffidenza rovinano il sistema immunitario quindi anche a livello fisico fanno male. Noi siamo vivi perché abbiamo ricevuto affetto: trasformiamolo in esempio condividendolo con altri”. 

Orlando accoglie il Dalai Lama: "Palermo è la tua città" | Video

A ventuno anni dall’ultima visita, il Teatro Massimo registra il sold out. Quasi 1.300 persone sedute tra le gallerie e la platea, oltre 90 giornalisti nella buca dell’orchestra, più 100 in sala Onu per la proiezione. La visita è stata organizzata dal Comune con la collaborazione di Nadia Speciale per Barbera & Partners e il supporto del centro buddista Muni Gyana (che da pochi mesi ha trovato una sede a Pizzo Sella in un bene confiscato alla mafia). Tra i presenti Totò Orlando, presidente del Consiglio comunale, Francesco Giambrone, sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Renato Accorinti, sindaco di Messina e anche Pif.

Il giorno del Dalai Lama a Palermo

“Avere paura è svantaggioso, ma è anche facile perché il nostro cervello è dominato da emozioni distruttive - prosegue il Dalai Lama -. Dobbiamo invece esercitarci a indirizzare i nostri sentimenti nel senso della gioia”. Una vera e propria lectio, che non si esaurisce nella teologia, nella filosofia o nella politica ma va oltre. “Ho visto delle persone tranquille e gioiose, capaci di abbracciare i tanti migranti che in questi minuti arrivano dall’Africa. Impariamo anche noi ad avere un’attitudine compassionevole. Solo così saremo in grado di aspirare all’unione del mondo e a siglare nelle nostre coscienze la parola pace per sempre”. 

La compassione, dunque, è la chiave di tutto. E il primo a doverla promuovere, secondo il Dalai Lama, è proprio il sindaco Orlando che, a questo richiamo alla responsabilità, risponde con un secco “I know, lo so”. Dopo aver dunque donato al monaco buddista la Carta di Palermo, una dichiarazione di intenti all’avanguardia rispetto ai temi dell’integrazione e della cittadinanza che ruotano intorno al diritto alla mobilità internazionale, il Professore spiega che “accogliere tutti è il fondamento della sicurezza. Non possiamo vivere in sicurezza se non siamo compassionevoli nei confronti del diverso”.

Zuppa di funghi, verdure e l'immancabile cannolo: il pranzo siciliano del Dalai Lama

Durante la conferenza, al Dalai Lama è stata conferita la cittadinanza onoraria di Isola delle Femmine e di Ventimiglia di Sicilia, la seconda e la terza cittadinanza siciliana dopo quella di Palermo, di cui gode da oltre un ventennio. “Quando mi danno una cittadinanza onoraria chiedo sempre quali sono i miei diritti e quali sono i miei doveri - spiega il premio Nobel -. Spero mi vengano concessi sempre più diritti, ma sempre meno doveri”. Dunque una preghiera, l'ultima: “Compassione è anche accoglienza. Accogliete, siate compassionevoli. Un vero musulmano mai uccide, nel momento in cui accade non è più un musulmano ma solo un terrorista”. 

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