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Animali / Petralia Sottana

Daini abbattuti, il presidente del parco Madonie: "Operazioni svolte secondo legge e il piombo è vietato"

Merlino replica al Partito animalista: "Il problema delle specie alloctone introdotte recentemente è divenuta una priorità nelle politiche di conservazione della biodiversità di molti Paesi europei. E per le munizioni sono consentiti solo materiali atossici"

L'abbattimento dei daini non viola alcuna legge e l'utilizzo di piombo nelle cartucce dei cacciatori è vietato. E' in estrema sintesi il contenuto di una lunga nota del presidente dell'Ente Parco delle Madonie, Angelo Merlino, che replica al Partito animalista italiano che qualche giorno fa ha parlato di "mattanza legittimata dalle istituzioni regionali".

Merlino spiega che "in Sicilia sono state introdotte circa trent’anni fa alcune specie di ungulati selvatici che hanno fatto registrare nei decenni un'evoluzione assolutamente imprevedibile, che ha portato ad un'alterazione del quadro faunistico dell'Isola e che, solo negli ultimi tempi è stato considerato con la dovuta attenzione. Nella seconda metà del secolo scorso - prosegue Merlino - è stata effettuata l’introduzione di daino e xinghiale (a diverso grado ibridato con maiale), senza alcuna pianificazione e con finalità tutt’altro che  conservazionistiche, e ciò ha fatto registrare una continua crescita delle popolazioni, a causa soprattutto della mancanza nell'Isola di  competitori naturali per tali specie, generando inevitabilmente  impatti ecologici e crescente preoccupazione per il mantenimento dei  delicati equilibri degli ecosistemi del Parco".

Secondo l'excursus storico ricostruito dal presidente del Parco delle Madonie "il primo nucleo di daini nel territorio madonita è stato introdotto in località Piano Formaggio (Piano Zucchi, Isnello) in un‘area recintata costruita nel 1978 con estensione di circa 100 ettari. Esso era composto da sette esemplari (cinque femmine e due maschi) provenienti da Villa Giulia di Palermo o da allevamenti calabresi. Nei succitati documenti - continua Merlino - si riporta che tra il febbraio ed il maggio del 1996, a causa della caduta di un masso che comportò la rottura dei recinti, i daini fuggirono, rimanendo comunque circoscritti nel Parco delle Madonie e nella Riserva naturale di Ficuzza".

Merlino dunque sottolinea che "il problema degli ungulati alloctoni introdotti recentemente è divenuta una priorità nelle politiche di  conservazione della biodiversità di molti Paesi europei, soprattutto nei casi in cui la presenza di tali specie comporta effettivi e seri impatti negativi per le specie autoctone e per gli ecosistemi. Per queste specie l’eradicazione, ossia la rimozione completa e permanente di tutte le popolazioni da una determinata area, attraverso interventi  mirati e concentrati nel tempo, è infatti prevista dalla Strategia nazionale per la biodiversità e, a livello internazionale, dalle Linee guida per la prevenzione, l’introduzione e la mitigazione degli  impatti delle specie alloctone che minacciano gli ecosistemi, gli  habitat o le specie oltre che dalla Strategia europea in merito alle specie aliene invasive adottata anche dal Comitato permanente della Convenzione di Berna".

Merlino precisa che "l’ente Parco deve porsi in modo prioritario ed esclusivo in qualità di gestore dell’area protetta, che sono quelle di conservare e migliorare l’intero complesso naturalistico e lo stato degli ecosistemi, pianificando ed intervenendo, se necessario, anche attraverso forme di gestione e controllo sulle specie faunistiche in evidente squilibrio ecologico" e che il piano di gestione della popolazione di daino nelle Madonie è stato approvato "dal Consiglio regionale per la Protezione del patrimonio naturale e dal Servizio 3 Gestione faunistica del territorio - Tutela del Patrimonio faunistico siciliano ed esercizio venatorio del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale, che ha autorizzato l’attuazione del piano per il periodo del 2021-2025"

Infine, "circa l’utilizzo di munizioni al piombo, un materiale altamente tossico e inquinante, si vuole rassicurare che come riportato dal piano di gestione, sono espressamente vietate. Le uniche tipologie di munizionamento permesse sono quelle di natura atossica".

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