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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Autostrada A19 Palermo-Catania

Sicilia a metà dopo il crollo sulla A19, sindaci pronti a un sit in

Iniziativa dell'AnciSicilia per "sollecitare un immediato intervento a soluzione della difficilissima situazione viaria, che penalizza i Comuni limitrofi". Intanto anche il Codacons si costituisce parte offesa nell'inchiesta aperta dal Procura di Termini Imerese e avvia una class action

Il crollo lungo l'autostrada A19 Palermo-Catania continua a essere al centro del dibattito. L'Isola è, di fatto, divisa in due con pesanti disagi per i cittadini e per l'economia isolana.

L'AnciSicilia, guidata dal presidente Leoluca Orlando, insieme a numerosi sindaci, a cominciare da quelli del territorio madonita, muniti di fasce tricolori, daranno vita a un sit in dimostrativo dandosi appuntamento alle 9 di martedì 21 aprile, nei pressi del viadotto Himera, luogo dal quale è visibile il cedimento di uno dei piloni dell'autostrada A19 Palermo-Catania. L'iniziativa, rende noto l'AnciSicilia, "è finalizzata a sollecitare un immediato intervento a soluzione della difficilissima situazione viaria, che penalizza i Comuni limitrofi e che divide l'intera Isola in due, facendola tornare a livelli infrastrutturali pari a quelli di 30-40 anni fa".

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"Non permetteremo che l'incuria e la negligenza di pochi - dice Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia - continuino a distruggere la nostra terra, facendola sprofondare in uno stato di isolamento e di disagio con conseguenti danni economici incalcolabili". "L'AnciSicilia, al di là delle responsabilità specifiche, avvierà tutte le azioni legali utili a tutelare il diritto costituzionale di circolazione nei nostri territori nella consapevolezza che i problemi di viabilità - continua Orlando - stanno avendo gravissime ripercussioni sull'economia dell'Isola, nonchè per i Comuni delle Madonie, sulla possibilità dei cittadini di fruire i servizi essenziali, quali quelli scolastici e quelli legati alla sanità".

Intanto anche il Codacons si costituisce parte offesa nell'inchiesta aperta dal Procura di Termini Imerese sul cedimento del viadotto e avvia una una mega azione collettiva dei siciliani.

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"Ciascun cittadino siciliano, attraverso la presentazione dell'atto scaricabile dal sito nazionale del Codacons, "potrà costituirsi parte offesa e richiedere un risarcimento quantificato in almeno 2000 euro a testa", spiega Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons. "La Sicilia - aggiunge - è letteralmente tagliata a metà, ma questo rappresenta solo l'ennesimo scandalo di una serie di crolli che hanno coinvolto negli ultimi due anni le strade siciliane. Serve una verifica dei piloni di viadotti, ponti e cavalcavia di tutta la rete autostradale siciliana". Il Codacons ha inoltre nominato come proprio pool di periti. I disagi sono pesanti, "ma - per l'associazione dei consumatori - la Sicilia si prepara al peggio. I lavori di ripristino potrebbero durare qualche anno e non riguarderanno solo la campata ma anche il tratto della statale 120 Scillato-Caltavuturo dove si è verificato l'ultimo movimento lungo la frana aperta dieci anni fa".

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