Ventimiglia, crolla la chiesa di Sant'Eligio: lavori per il restauro ritardati da un ricorso al Tar
A sgretolarsi il tetto e gran parte delle mura dell'edificio sacro costruito nel Seicento. Il progetto di recupero del Comune era stato escluso dalla Regione e poi riammesso dai giudici un anno fa. Il sindaco: "Si poteva salvare". La sovrintendente Selima Giuliano: "Valuteremo come intervenire"
Mentre i vertici del Comune si confrontavano in municipio per l'affidamento della direzione dei lavori di restauro conservativo di una chiesa, non lontano da lì quello stesso edificio sacro si stava sgretolando pezzo dopo pezzo prima. E' successo oggi pomeriggio a Ventimiglia di Sicilia dove sono crollati il tetto e gran parte delle mura della chiesa di Sant'Eligio. "Non voglio dare le colpe ad altri - spiega il sindaco Antonio Rini a PalermoToday - ma è un dato di fatto: abbiamo perso un anno per un ricorso che abbiamo presentato e poi vinto perché il nostro progetto era stato escluso dai finanziamenti regionali. Si poteva salvare, ma adesso faremo il possibile per ripristinare il manufatto. Voglio ringraziare la Soprintendenza che è venuta immediatamente per un sopralluogo".
La chiesa di Sant'Eligio di Ventimiglia venne edificata alla fine del XVII secolo e nel tempo ha resistito a terremoti e intemperie. L'ultimo intervento di messa in sicurezza risale allo scorso aprile, ma ha riguardato solo la torre campanaria. Un anno fa l'amministrazione comunale aveva vinto un ricorso presentato al Tar per avere riconosciuti i 20 punti previsti, come indicato nel bando, in caso di interventi di ristrutturazione riguardanti "edifici che rappresentano elevato rischio per la pubblica e privata incolumità". I giudici amministrativi in quell'occasione avevano ammesso con riserva il progetto del Comune, che da quel momento (ma anche da prima) si era attivata per eseguire i necessari lavori sulla ex chiesa Maiorca, pericolante e inagibile da alcuni anni.
"Ironia della sorte - aggiunge il sindaco Rini - questa mattina, dopo le precedenti fasi istruttorie, avevamo la terza riunione della commissione incaricata dell'analisi delle proposte progettuali. Adesso vogliamo salvare il finanziamento ed eventualmente chiedere un'integrazione, perché praticamente è rimasta in piedi solo metà della volta principale che è collegata a un edificio vicino. Ci siamo già attivati per consegnare all'assessorato alle Infrastrutture e alla Mobilità le relazioni tecniche e la documentazione che abbiamo prodotto. C'è sicuramente del rammarico perché non siamo stati inerti, ma il nostro obiettivo oggi è quello di ripristinare il manufatto".
"E’ una chiesa che merita un intervento. Nel tempo purtroppo - commenta a PalermoToday Selima Giuliano, da poco alla guida della Soprintendenza dei Beni culturali - la situazione di questo edificio, che già versava in cattive condizioni, è peggiorata. Da diversi anni era stata chiusa perché necessitava di un intervento di restauro che tra l'altro la Soprintendenza aveva anche approvato. Adesso bisognerà procedere con la messa in sicurezza e valutare il da farsi. Parlare di restauro conservativo oggi è un po' più complicato. Probabilmente si dovrà cercare di sistemare la parte rimasta in piedi e agire sul resto della struttura, anche con l'inserimento di parti nuove, stando attenti a non creare falsi storici".