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In Sicilia altri 3.281 casi Covid, monta protesta dei medici del Cervello: "Riconvertire i reparti"

Torna a salire il numero dei tamponi processati (oltre 20 mila) e di conseguenza anche i contagi. Sono 24 i decessi, stabili i posti letto occupati in ospedale da pazienti positivi. I cardiologi del nosocomio di via Trabucco scrivono a Razza: "Pazienti non Covid aspettano ore, e in certi casi anche giorni, prima di trovare un posto letto in corsia"

Dopo la "pausa domenicale" tornano a salire i contagi Covid in Sicilia, che nelle ultime 24 ore sono 3.281. Questo anche per l'aumento dei tamponi processati, 20.894 oggi contro i 7 mila di ieri. Il tasso di positività è del 15%. Purtroppo tornano a salire anche i decessi, che nel bollettino diramato dal ministero della Salute sono 24 e che portano il totale delle vittime della pandemia sull'Isola a 10.792.

Per i secondo giorno consecutivo non si registrano sostanziali variazioni nei posti letto occupati negli ospedali: nei reparti ordinari ci sono 639 persone (-5), mentre in terapia intensiva restano 37 pazienti (come ieri) con due nuovi ingressi. E a proposito degli ospedali c'è la protesta dei cardiologi dell'ospedale Cervello che chiedono di riaprire la Cardiologia con emodinamica dell'ospedale Cervello ai pazienti non Covid e revocare i provvedimenti di mobilità d'urgenza del personale. E per questo hanno inviato una lettera all'assessore alla Salute Ruggero Razza. 

Sempre nel bollettino ci sono anche 3.506 guariti, che portano gli attuali positivi a 95.351 (+170 rispetto a ieri). Mentre nelle province ci sono caricati 419 contagi relativi ai giorni precedenti, questa la mappa: Palermo 703 casi, Catania 881, Messina 451, Siracusa 446, Trapani 223, Ragusa 294, Caltanissetta 224, Agrigento 387, Enna 81.

Pazienti non Covid, i medici del Cervello: "Riconvertire i reparti"

I medici del Cervello evidenziano che l'Unità Operativa è stata riconvertita da due anni in reparto Covid, portando da un lato, a sacrificare la professionalità di chi lavora e dall'altro, ha privato i cittadini di un reparto di Alta Specializzazione storicamente riconosciuto, con conseguenti ricadute negative sulla qualità dell’assistenza sanitaria cardiologica.

Un problema di non poco conto visto che coinvolge anche tutti gli altri nosocomi palermitani. La nuova emergenza, infatti, è legata ai pazienti non Covid che aspettano ore, e in certi casi anche giorni, prima di trovare un posto letto in corsia. Per risolvere il problema, secondo i medici, occorrerebbe riconvertire i reparti Covid, come quelli del Cervello, che adesso, in una fase pandemica in discesa, sono semi-vuoti. Dalla Regione però ancora nessuna risposta sul nuovo piano ospedali. E ci sarebbe anche da discutere sul reparto di terapia intensiva cardiologica inaugurato un anno fa al Cervello ma ancora non funzionante.

"L'assistenza ai pazienti non è adeguata", dicono i cardiologi e in alcuni casi, avvenuti nel recente passato, i ritardi sarebbero potuti essere fatali. E' il caso di un uomo che da Petralia, con infarto miocardico acuto, non è stato trasferito a Cefalù (ospedale più vicino ma privo di reparto Covid) perchè positivo e l'ambulanza ha dovuto percorrere più strada, con perdita di tempo, per portarlo al Cervello di Palermo o, ancora, il caso di un altro paziente, sempre infartuato, che dal Buccheri La Ferla (che non ha emodinamica) è stato trasferito al Policlinico ed infine al Cervello perchè positivo al Coronavirus. In entrambi i casi, fortunatamente, i pazienti si sono salvati.

"In diverse occasioni, la positività al Covid in un paziente con problemi cardiologici acuti che richiedono interventi urgenti, è diventata causa di ritardo nelle cure, e causa di una vera e propria odissea per il paziente sballottato tra le ansie dei medici degli Ospedali non-Covid preoccupati solo evitare il contagio degli altri pazienti ricoverati - scrivono i cardiologi dell'ospedale Cervello -. E’ veramente una buona idea 'sacrificare' una risorsa ad elevata specializzazione, senza che si sia pensato ad una soluzione alternativa dopo due anni di pandemia Covid e senza che si premino gli sforzi lavorativi aggiuntivi del personale? E’ ormai noto che la pandemia si sta trasformando in endemia, come anche sancito dalla fine dello Stato di Emergenza stabilito dal Governo Nazionale, e questo non permette zone franche: nessun ospedale può chiamarsi fuori e la scelta di demandare la cura del Covid solo a pochi Presidi appare ormai anacronistica nonché pericolosa".

La soluzione ci sarebbe e, come sostengono i cardiologi, è già pratica in gran parte d'Italia: "Negli Ospedali si è scelto di mantenere, anche nelle Aree di Emergenza, percorsi distinti per il 'Covid' che permettano una facile ed immediata ricollocazione dei pazienti infetti all’interno dello stesso ospedale, senza così interrompere l’attività di assistenza per le patologie a più alta incidenza per la quali si richiede alta specializzazione".

A ciò si aggiunge un altro problema, quello legato al provvedimento di Mobilità d’urgenza per la carenza di personale, presente ormai da tempo, dell’U.O. del Pronto Soccorso di Villa Sofia. In pratica, viene chiesto ai cardiologi dell'ospedale del Cervello di prestare servizio al pronto soccorso di Villa Sofia "per supplire alle carenze ormai strutturali, e non più - specificano i cardiologi - dettate da contingenze, che affliggono la nostra azienda".

"La costituzione e persistenza dell’ospedale Cervello come interamente Covid - continua la nota - ha creato un sovraccarico di lavoro per il pronto soccorso e per la Cardiologia di Villa Sofia (come in più occasioni anche da noi constatato), che appare difficilmente gestibile. Ed adesso, ulteriore beffa, viene richiesto a noi di andare in aiuto presso il presidio di Villa Sofia. Peraltro, il provvedimento nei nostri confronti appare ancor più inappropriato laddove in Azienda esistono dipendenti con contratti specificamente Covid che lavorano presso Unità non Covid e che non sono stati richiamati. Noi comprendiamo bene il carattere di emergenza della pandemia, che ha peraltro permesso di derogare su molte carenze strutturali, ma questo non solo non è stato motivo per 'premiare' in alcun modo il personale sanitario che ha lavorato in reparti Covid sacrificando la propria specializzazione e inficiando potenzialmente la propria curva di mantenimento dell’'expertise' cardiologica, ma anzi ha indotto a richieste di ulteriori sacrifici da parte della nostra Direzione".

I cardiologi dell'ospedale Cervello sono pronti ad intraprendere qualsiasi iniziativa per difendere il diritto dei pazienti ad una buona assistenza ed evitare che venga calpestata la qualità del lavoro dei medici, che si trovano spesso obbligati a sopperire a gravi mancanze strutturali ed organizzative croniche.

Il Covid in Italia

Il bollettino di oggi fa registrare 44.489 nuovi casi su 335.217 tamponi analizzati con un tasso di positività del 13,3% (ieri era pari al 13%). Resta ancora molto alto il numero dei decessi: 148. In calo la pressione sugli ospedali: i ricoverati con sintomi sono 7.465 (-166), mentre i pazienti in terapia intensiva 337 (-16). Sono 39 gli ingressi nei reparti di area critica registrati nelle ultime 24 ore. Scende anche il numero degli attualmente positivi al virus (-14.967).

I dati del bollettino di oggi

  • Nuovi casi: 44.489
  • Tamponi (antigenici e molecolari): 335.217
  • Decessi: 148
  • Ricoverati con sintomi: -166, totale 7.465
  • Ricoverati in Terapia Intensiva: -16, totale 337
  • Ingressi del giorno in terapia intensiva: 39
  • Attualmente positivi: -14.967, totale 967.401
  • Totale casi: 17.116.550
  • Totale deceduti: 165.494
     

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